Arriva al cinema “Il bene mio”, il secondo film di Pippo Mezzapesa, il regista che lo scorso anno ha vinto il Nastro d’Argento per il film breve sul caporalato nelle campagne pugliesi. Lo interpreta un grande Sergio Rubini.
di Barbara Civinini
Ricordare o dimenticare? Ma il dubbio svanisce subito scaldato dalla memoria del cuore, in mezzo al disastro del terremoto. Elia vuole rimanere nel suo paese, Provvidenza, anche se non c’è più. Questa triste storia italiana la racconta il regista bitontino Pippo Mezzapesa, da sempre legato alla sua terra. Stiamo parlando de Il bene mio, il suo secondo lungometraggio, particolarmente apprezzato al Festival di Venezia, dove è stato presentato in anteprima mondiale alla 15a edizione delle Giornate degli Autori, arrivato al cinema in questi giorni. Il bene mio è tutto ciò per cui si vive, combatte e resiste, ha spiegato il regista a “Bitontolive”. L’amore, l’incanto del ricordo, il bene privato e collettivo. Il titolo – ha detto – racchiude tutto questo. Insomma, un film che racconta la resistenza di un uomo nel tentativo di recuperare una comunità dissolta e che parla di amore, di distruzione e dell’importanza del ricordo. Protagonista del film è Sergio Rubini, nel ruolo di Elia, ultimo abitante del paese fantasma di Provvidenza, dove ha perduto tutto, anche la moglie Maria. Nella realtà il paesino dove sono state fatte le riprese è Apice, in provincia di Benevento, i cui abitanti furono fatti evacuare dopo il terremoto del 1962. Una voce fuori dal coro che non vuole abbandonare quelle strade deserte ma piene di ricordi, che non vuole dimenticare perché, solo attraverso il ricordo, quella ferita profonda potrà forse rimarginarsi. Solo l’incontro con Noor, Luce, (Sonya Mellah), allontanerà gli spettri dalla sua memoria. Ho molto amato questo film – ha dichiarato il protagonista durante l’anteprima a Venezia – e amo questo ragazzo, che è nato a pochi chilometri dal mio paese. Mi piacciono le sue storie e il suo sguardo sul mondo. Dal primo istante il produttore Cesare Fragnelli, amministratore unico di Altre Storie, ha ritenuto che fosse un film da fare per la sua forma diversa, poetica e commovente. Una pellicola di qualità che è stato possibile realizzare solo con il sostegno di Rai Cinema, dei Beni Culturali, della Regione Puglia e della sua Film Commission. Il bene mio dimostra che chi viene in Puglia a girare i suoi progetti audiovisivi – dichiara Antonio Parente, direttore generale di Apulia Film Commission – non trova solo location di grande impatto cinematografico e il sostegno economico, ma una vera e propria “macchina” del cinema fatta di professionisti. Un’ulteriore conferma di quanto il cinema, in questi anni, sia cresciuto notevolmente, grazie al sostegno della Regione Puglia e di Apulia. La Commissione è stata istituita nel 2007 dalla legge regionale 6/2004 con l’obiettivo di attrarre in Puglia il maggior numero di produzioni nazionali e internazionali e di sviluppare la filiera industriale dell’audiovisivo, facendo crescere professionalità e competenze. Insomma un film che vale la pena vedere, perché a volte, come dice il suo protagonista, Elia, bisogna ricordare.