Per colpa del covid le malattie cardiovascolari sono triplicate

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Paura, fumo, sendentarietà e cattiva alimentazione hanno causato picco di infarti, ictus ed altre patologie 

Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Per più di due mesi non ho sentito più l’inquietante suono delle autoambulanze.

Qualcosa di più angoscioso stava accadendo.

La paura di morire di Covid-19 aveva preso il sopravvento e nessuno usciva più di casa né chiamava il medico (se lo trovava!), né la guardia medica….

La paura per il nuovo funesto coronavirus ha triplicato il numero di infarti, ictus cerebrali e altre malattie cardiovascolari in questi ultimi mesi.

Autopsie non sono state fatte ma dubito che tutti i decessi sono dovuti al virus.

A circa metà maggio ho riascoltato le prime autoambulanze.

A studio poche, timorose persone, giunte più per mancanza di medicinali che per farsi visitare….

ancora quella paura che fa tanti più disastri.

I valori di pressione arteriosa talvolta troppo alti, più spesso troppo bassi.

Più che la pressione a casa si misurava la temperatura, la frequenza del respiro, la saturazione dell’ossigeno nel sangue, allarmati ad ogni colpo di tosse, ad ogni starnuto.

L’obesità altro fattore di rischio ha raggiunto alti livelli di peso corporeo.

La mancanza di movimento, la sedentarietà a tavola, sul divano davanti ad una televisione ad ascoltare improbabili “esperti” definiti “scienziati” ha fatto il resto.

Terrorizzati, impauriti, rimbecilliti nell’ascoltare tutto e, subito dopo, il contrario di tutto. Allucinante!

E’ andata bene per i tabaccai perché si é fumato molto di più. E tre. Altro fattore di rischio.

Pochi sono andati a farsi le analisi del sangue. Al risveglio o semilibertà dal Covid il colesterolo totale, quello cattivo (LDL) ed i trigliceridi hanno volato alto.  Solo il colesterolo buono, quello HDL ohimé, si é abbassato.

Quarto fattore di rischio.

Non parliamo poi della glicemia e dell’emoglobina glicata nei diabetici.

Quando si ha paura si fa più ricorso ai dolci oppure alle bevande alcoliche.

E siamo così arrivati al quinto e sesto fattore di rischio.

Chi poi per ereditarietà genetica-familiare era messo peggio avendo avuto in dono solo carbone non ce l’ha fatta, sommando alcuni dei più importanti rischi sopracitati.

E siamo a sette. L’ottavo? C’é anche quello. Lo stato d’animo: l’insonnia, l’angoscia, la paura, la fobia, l’ossessione. L’attacco di panico può provocare vasospasmo delle coronarie anche senza placche aterosclerotiche.

Parliamo dell’ipertensione arteriosa certo ma soprattutto delle sue conseguenze, non solo danni d’organo cronici come l’insufficienza renale che porta alla dialisi ma anche a tante altre patologie acute, spesso mortali.

Vogliamo parlare dell’aneurisma dell’aorta?

Generalmente dopo un rialzo pressorio oppure una pressione alta continua vié un’espansione della zona a rischio fino alla rottura che significa dissanguamento interno.

Il tutto può iniziare da una lacerazione dei “vasi vasorum” (le arterie che irrorano i grandi vasi arteriosi sanguigni) della tunica media con una fissurazione obliqua o trasversale della tunica intima, quella a contatto con il sangue.

E da qui quest’ultimo penetra all’interno della parete intimale determinando una dissecazione della tunica media. Si “squarcia” l’arteria; il sangue prende una seconda via.

Non entro nei dettagli relativi agli aneurismi toracico ascendente e discendente.

E neppure sul quadro clinico di quelli dell’aorta addominale spesso palpabili (basta mettere le mani sulla ‘panza’) nell’area vicino all’ombelico.

Basterebbe un’ecografia non dico una TC o RM, talvolta una semplicissima radiografia dell’addome “in bianco” ossia senza mezzo di contrasto (si vedano le calcificazioni parietali).

Non voglio impressionarvi solo informarvi, mettervi in guardia.

Voglio parlarvi di una patologia cronica molto frequente sempre su base ateromasica: l’arteriopatia cronica ostruttiva degli arti inferiori.

Nel 90% dei casi é sempre l’aterosclerosi la causa più frequente.

Secondo la classificazione di Leriche-Fontaine vi sono quattro stadi.

Nel primo il soggetto ha pochi sintomi, sente solo un pò di freddo, formicolii, parestesie (‘dito morto’) agli arti inferiori.

Nel secondo stadio vi é un dolore alle gambe quando cammina a lungo tanto che é necessario doversi fermare (‘claudicatio intermittens’).

Il terzo stadio é più severo perché il dolore c’é anche a riposo. Di sangue ne arriva poco. Ma non basta.

C’é anche un quarto stadio. Ci sono i disturbi trofici gravi che arrivano fino alla necrosi e alla gangrena tanto che é necessario, per salvare la vita al paziente, arrivare all’amputazione.

Ho parlato dell’ipertensione arteriosa, dei suoi fattori di rischio e di alcuni suoi quadri patologici.

Ho parlato di aterosclerosi.

Quali sono le altre conseguenze? Qual é la sintomatologia distrettuale? Può riguardare il territorio cerebrale: TIA (attacchi ischemici transitori), ictus, demenza aterosclerotica.

Può interessare le coronarie: infarto del miocardio, cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, aritmie.

Dell’aorta ho già detto (aneurismi, trombosi, embolie). Così come ho già detto degli arti inferiori (claudicatio, necrosi, gangrena). C’é anche però l’addome, il territorio mesenterico (angina ed infarto mesenterico) e quello renale (infarto, stenosi arteriosa, nefrosclerosi).

Guarda caso sono proprio gli anziani aterosclerotici quelli che più sono deceduti per colpa del Covid.

Il sesso maschile, l’età avanzata, la familiarità, il tabagismo, l’eccesso ponderale, l’iperglicemia, la vita sedentaria, gli stress emotivi. Eccoci arrivati dove siamo partiti. L’anziano é deceduto di Covid perché era malato di più patologie. Lo stile di vita ha la sua importanza, eccome se non é vero. Ricordo un medico, un ministro della salute un certo Sirchia che lo ripeteva spesso.

Stiamoci attenti perché é più importante di qualunque virus.

Premesso però che il “quantum infettante”, quando é veramente troppo e senza le adeguate protezioni sovrasta le difese immunitarie individuali.

Riascolto il suono delle autoambulanze.

Paradossalmente si ha meno paura.