di Alfonso Lustrino
L’agricoltura biologica è un sistema di produzione che offre determinate garanzie. Comprare biologico vuol dire scegliere per sé e per i propri cari un cibo sano, buono e onesto, ottenuto senza pesticidi di sintesi, senza OGM, liberi da neurotossine, senza diserbanti (ormai presenti in tutte le falde acquifere), fertilizzanti chimici, fitoregolatori, radiazioni, additivi dannosi, e senza la possibilità di creare microrganismi resistenti agli antibiotici. Ma significa anche sostenere un’agricoltura fonte di vita, lottare contro il saccheggio dell’ambiente, rispettare gli animali, salvaguardare la biodiversità del pianeta e la salute degli addetti ai lavori. Insomma proteggere la salute di tutti, la propria e anche quella di chi ancora non mangia biologico.
L’offerta dei prodotti in commercio è talmente vasta che ci costringe a porci domande e ad imparare a leggere le etichette. Prendiamo, ad esempio, i cosiddetti “alimenti confezionati”, come pasta, riso, marmellate, biscotti, creme, sott’oli ecc. Quelli bio rispondono a restrittivi requisiti: oltre a contenere materie prime prive dipesticidi di sintesi, concimi chimici e diserbanti, non contengono conservanti, glutammato, zuccheri raffinati, grassi idrogenati, correttori di sapidità, carni separate meccanicamente ingredienti OGM e nessuna sostanza dannosa per l’ambiente e per la salute. Consideriamo, invece, un allevamento intensivo di galline. Le povere mal capitate trascorrono tutta la loro vita in una gabbia grande come un foglio A4, sotto un capannone, con luci al neon sparate 18 ore su 24 (per aumentare la produzione), con mangimi industriali, sottoposte a cure antibiotiche preventive. Verrebbe da chiedersi: che uovo potranno produrre queste galline? Senza considerare la sofferenza dell’animale. Evidentemente questa modalità di allevamento consente la vendita di uova a basso prezzo. Ma il prezzo basso è sempre il prezzo giusto? Tra l’altro l’ignaro consumatore spesso ripiega su uova che riportano la dicitura “allevate a terra”, senza sapere che l’unica differenza è che le galline non sono in gabbia, ma restano tutte le pratiche consentitenegli allevamenti in batteria.
E con la carne come siamo messi? Nella stragrande maggioranza dei casi la bistecca che comunemente si compra dal macellaio o nella grande distribuzione quasi sempre deriva da allevamenti intensivi, dove gli animali soffrono tutta la loro vita a livello sia fisico che mentale, che raramente vedono la luce del sole restando la maggior parte del tempo chiusi in recinti espesso vengono nutriti con cibi industriali. Fermo restando che i consumi di carne (soprattutto quella rossa) andrebbero drasticamente diminuiti (se non eliminati), il monito dovrebbe essere: “meglio poca, ma buona”. Scegliere carne biologica diminuisce l’esposizione agli antibiotici, agli ormoni sintetici e ai farmaci che dagli animali passano al consumatore; l’animale è libero di muoversi e a sua volta mangia cibi biologici.
L’alimento biologico non è esposto al processo di maturazione artificiale con il gas, come lo sono invece alcuni tipi di frutta e verdura non biologica, ad esempio le banane. Inoltre nel biologico non è consentito l’irraggiamento dei cibi (consiste nel sottoporre determinati alimenti a radiazioni ionizzanti raggi X e raggi gamma) e materie prime OGM (organismi geneticamente modificati).
Il cibo biologico sostiene una maggior biodiversità, fondamentale per la vita del pianeta. Il cibo OGM e non biologico si focalizza, invece, sulla monocoltura ad alto rendimento e sta distruggendo la biodiversità. La Monsanto (la famosa azienda multinazionale di biotecnologie agrarie), ad esempio, sta tentando di prendersi il controllo di tutte le riserve di sementi nel mondo nascondendo tutti i dati sui danni che gli OGM provocano all’ecosistema e alla salute umana: lo sostiene Jeffrey M. Smith, ricercatore dell’Institute for Responsible Technology: “Vogliono introdurre la tecnologia terminator per rendere i semi sterili; vogliono che tutti gli agricoltori del mondo acquistino i semi dal catalogo della Monsanto, rigorosamente OGM sostituendosi a ciò che si è ottenuto in miliardi di anni di evoluzione in nome del profitto e del potere”.
Le aziende biologiche sono più sicure anche per gli agricoltori stessi. Una ricerca della Scuola di Salute Pubblica di Harvard ha trovato un aumento del 70% della malattia di Parkinson tra coloro che sono esposti ai pesticidi. Scegliere alimenti biologici significa, quindi, anche tutelare la salute degli addetti ai lavori.
Pensando ai nostri bambini. Il loro organismo in via di sviluppo è più sensibile alle tossine di quanto non lo sia quello degli adulti. Scegliere il biologico aiuta ad alimentare i bambini nel migliore dei modi senza esporli ad alcuna sostanza tossica.
Ma la “filosofia” del biologico ovviamente non si limita all’alimentazione. I cosmetici biologici non contengono parabeni, fenossietanolo, SLES, PEG ed altre sostanze tossiche o potenzialmente tali sia per l’uomo che per l’ambiente. I detersivi ecobiologici contengono solo tensioattivi di origine vegetale, atossici sia per l’uomoche per l’ambiente). I prodotti per la casa ecobiologici permettono l’utilizzo di materiali ecocompatibili (carta igienica, pellicola per alimenti, carta forno, stoviglie ecc) evitando, tra l’altro, inutili sprechi di plastiche.
L’essere umano commette sistematicamente un errore: cerca sempre il colpevole al di fuori di se stesso, per qualsiasi problema. È sempre colpa di qualcun altro. Quante volte ci capita di indignarci di fronte all’inquinamento o alla crescita esponenziale delle patologie tumorali. Ma qual è il nostro contributo in merito? Spesso con i nostri comportamenti siamo complici.
Eppure basterebbe poco: oltre a comportamenti virtuosi (ridotto utilizzo dell’auto, consumi moderati, utilizzo di fonti rinnovabili ecc VEDI “Il vademecum del vero ambientalista” su www.orticaweb.it) potremmo contribuire direttamente a migliorare il mondo in cui viviamo semplicemente passando al biologico.
Chi “pensa biologico” non si limita a comprare l’insalata bio, ma essenzialmente lo fa in ogni gesto, per dare un futuro migliore ai propri figli, col vantaggio non trascurabile di non contribuire alla distruzione del mondo in cui viviamo attraverso l’immissione nella catena alimentare di veleni. I grandi cambiamenti iniziano dai piccoli gesti di ogni giorno.
Consumare eco-bio è una scelta responsabile che può cambiare il Mondo.