A novembre il reato di diffamazione cadrà in prescrizione.
Il 21 gennaio 2021 c’è stata la prima l’udienza al Tribunale di Civitavecchia, penale. Dopo 11 anni di attesa l’ennesima beffa, ennesimo rinvio a novembre 2021. Protagonisti della storia sono Gino Ciogli e Vittoria Marini che nel 2012, durante la campagna elettorale, furono diffamati da Alessio Pascucci e per questo l’avevano denunciato. Un processo mai avvenuto, un reato che verrà con quest’ultimo rinvio, prescritto.
Il 21 gennaio 2021 è stata la prima udienza in quanto nel 2012 la denuncia di diffamazione fatta da Marini e Ciogli insieme, nei confronti di Pascucci, è andata in procura, la procura l’ha mandata a sua volta al giudice di pace penale di Civitavecchia, il giudice di pace nel 2019 si è definito ‘non competente’ e l’ha rimandata a Civitavecchia. PRIMA UDIENZA che è stata rimandata a novembre, e a novembre il reato sarà prescritto.
Cosa fece Alessio Pascucci nel 2012? L’attuale sindaco durante la campagna elettorale del 2012 – dichiarano Ciogli e Marini – oltre a promuovere se stesso, fece affiggere al centro della città di Cerveteri dei manifesti con il logo Governo Civico contenenti i nomi di 11 persone che allora risultavano indagate. Tra cui Gino Ciogli e Vittoria Marini. Indagati perché avevano ricevuto avviso di conclusione indagini. Infatti successivamente sono stati giudicati estranei ai fatti dunque le loro posizioni archiviate. A seguito della denuncia di Pascucci i due politici non si sono presentati alle elezioni a sindaco del 2012, elezioni in cui venne eletto Primo Cittadino Pascucci.
“Non si riesce ad avere giustizia – commenta delusa Vittoria Marini – mi viene da pensare che sia stato un processo pilotato, altrimenti non si spiega. Una serie di cavilli hanno fatto passare 10 anni, quando finalmente si arrivava al dibattito l’udienza è stata di nuovo rinviata a novembre. Data che vedrà il reato di diffamazione cadere in prescrizione”.
“Mentre Moretti ha rinunciato alla prescrizione perché Alessio Pascucci non lo fa? ” Ciogli non è il solo a domandarselo. Mentre il sindaco, che sembra essere più ferrato in materia, risponde pronto alla provocazione lanciata dalla vittima, i cittadini si trovano davanti all’ennesima prova di giustizia mancata, di vie d’uscita che lasciano l’amaro in bocca a chi subisce un torto e non trova tutela.