Un semplice spunto di riflessione, a proposito del vostro articolo “Tutti genuflessi davanti al Bilderberg”, a firma dell’amico Toni Moretti, da voi pubblicato oggi (giov 11 feb 21) sulla pagina Ortica web.
Furio C Falvo: “Nel pezzo, viene richiamata l’ormai celebre reprimenda a carico del Presidente incaricato Mario Draghi da parte del Capo emerito dello Stato, Francesco Cossiga, intervenuto via telefono ad Uno Mattina, ai microfoni di Luca Giurato, il lontano 24 gen del 2008. Inutile richiamare le parole di Cossiga, che chiunque può riascoltare su YouTube nella versione mandata in onda da Striscia la Notizia con tanto di risate finte in sottofondo. Cosa ci fosse poi da ridere, tenuto conto della gravità del commento di Cossiga, lo sanno solo a Canale 5.
In ogni caso, la tesi sostenuta da Moretti è che con il voto di fiducia al Governo Draghi, si verrebbe a compiere un atto di vassallaggio pressoché trasversale alle ragioni del Bilderberg; ragioni difficili da inquadrare, e che per altro hanno visto in qualità di ospite italiano, nell’ultima edizione, di Montreux del maggio-giugno 2019, l’ex premier, Matteo Renzi.
L’edizione 2020 è infatti saltata a causa del Covid.
Ora, vale la pena sottolineare due punti.
Il primo è che il Bilderberg non è solo un networking i cui partecipanti sono tenuti alla segretezza circa i temi in agenda e il tenore del dibattito, ma è anche un’occasione d’incontro che non approda a decisioni finali o documenti di sintesi, o mozioni, se si preferisce. Il Bilderberg non è un organo decisionale. E al netto del fascino certamente noir esercitato dal suo profilo riservato, è in pratica un convegno nel quale le strategie di grande cabotaggio, elaborate a piani ben più alti, vengono esposte ai terminali ultimi della catena di comando. Coloro cioè ai quali è demandato il compito di adottare una specifica linea, ognuno a seconda del proprio ambito professionale.
In altre parole, una volta che un tema approda al Bilderberg, vuol dire che le vere decisioni sono state già prese e che la frittata ormai è fatta.
Il secondo punto da notare è che in occasione del B-2019 nessun membro del Governo italiano era stato invitato. Renzi era solo ex PdCM e all’epoca senatore in quota all’opposizione al Governo gialloverde Conte 1, che sarebbe durato ancora altri 3 mesi prima della crisi di settembre innescata da Salvini. Nulla di strano, fin qui, visto che la composizione del Governo Conte 1 si fondava su quadri di Mov 5 Stelle e Lega, sostanzialmente nuovi rispetto agli asset consolidati della politica italiana, specialmente per quanto attiene ai 5Stelle.
Veniamo finalmente a noi e al perché non condivido la tesi di Toni Moretti.
Proprio nelle ore in cui scrivo, gli iscritti alla Piattaforma Rousseau stanno votando per il SI o il NO alla Fiducia a Draghi. E come sappiamo, sia Grillo, sia Di Maio che lo stesso Giuseppe Conte hanno dato alla base 5Stelle indicazioni per il SI. La cosa non deve però indurre a facili teorie di intrigo internazionale, di collusione coi cd Poteri Forti, o men che mai a sospetti di asservimento Pentastellato dell’ultima ora al cartello bancario.
La spiegazione di questa apparentemente curiosa liaison fra i 5Stelle e Draghi è semplicissima e nulla ha a che fare con lo scalo a Civitavecchia del Britannia, avvenuto addirittura nel 1992 e che alimenta la leggenda di Beppe Grillo a bordo, intervistato da Mentana sulla banchina del porto!!
Se anche fosse vero, è roba di 30 anni fa! Ma Mentana stesso ha smentito l’evento.
Ed eccoci a noi.
Il Recovery Fund, con i suoi circa 220mldi €, stanziati dall’UE in favore dell’Italia a sostegno del PIL colpito dall’emergenza sanitaria, è infatti frutto di una personale e durissima iniziativa diplomatica dell’ex Presidente Conte che per oltre quattro mesi nel corso del 2020 ha lavorato a Bruxelles per portare a compimento una trattativa resa difficile dai Paesi di Visegrad e dal blocco nord europeo, tutti più o meno apertamente ostili ad un’operazione di massiccio aiuto comunitario al nostro paese. Questo lo sappiamo tutti e c’è da augurarsi che nessuno voglia dubitarne.
Ora, la crisi del Governo Conte 2 è invece conseguenza di una improvvida sortita parlamentare di Italia Viva che ha di fatto spinto in un angolo la Presidenza del Consiglio, obbligando il Governo a dimettersi, senza nemmeno passare per un aperto voto di sfiducia al Senato. Sottolineo al Senato, poiché alla Camera, come noto, Italia Viva è irrilevante ai fini del conteggio di un voto di Fiducia. E sottolineo “improvvida” poiché a fronte di elementi pretestuosi di confronto politico, come il MES, si è chiaramente visto che il nodo era personale. Tolto di mezzo Giuseppe Conte, a Renzi del MES non importa più niente e il semaforo per Draghi si è fatto verde a prescindere dal Programma di Governo.
A fronte di un quadro così perturbante e grottesco, i 5Stelle sono la sola forza dell’arco parlamentare a non avere scelta. Il SI a Draghi è l’unica via per controllare la stanza dei bottoni da vicino e verificare, con tanto di voce in capitolo, i termini di impiego e di spesa del Recovery Fund, fino all’ultima moneta. Votare NO, cosa che peraltro potrebbe anche succedere proprio in questi frangenti, equivale a farsi da parte proprio nel momento in cui i fondi europei dovranno essere gestiti. E per una forza politica come i 5Stelle che ha capito bene che il vero, ammorbante problema del Sistema Italia è ETICO, lasciare mano libera ad altri sui Fondi del Recovery sarebbe il più vero e ottuso tradimento di quel famoso grido, “Onestà”, da tutti, o quasi, schernito come segno di dilettantismo allo sbaraglio.
La realtà però indica che l’establishment italiano è letteralmente intossicato da un numero sterminato di casi giudiziari che colpiscono ad ogni livello di vita pubblica, tanto in politica, che nel mondo industriale, che nell’apparato amministrativo e che hanno sempre o quasi il denaro ad oggetto di contestazione di reato da parte delle Procure. Dalla corruzione al peculato, dalla truffa all’appropriazione indebita, dalla concussione all’associazione a delinquere, per non parlare di reati di mafia che macchiano la fedina di acclamati leader, la cui presenza a Palazzo Chigi desta incredibilmente meno scandalo del cursus honorum di un ex bibitaro, come non si sapesse che aver venduto bevande in gioventù non è ancora un crimine.
Concludo. Votare Si al Governo Draghi, almeno per i 5Stelle non è una genuflessione al Bilderberg, ma il solo modo per non mandare sprecato un preziosissimo lavoro svolto da Conte a Bruxelles e che potrebbe finire ingoiato dallo stomaco senza fondo dell’affarismo politico italiano”.
Furio C Falvo