PALUDE: STOP AI VOLI DI DRONI E ULTRALEGGERI

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Kitesurfer ferito a Torre Flavia

MENTRE ASSOCIAZIONI E COMITATI LANCIANO LA PETIZIONE PER BLOCCARE I PROGETTI URBANISTICI DI LADISPOLI E CERVETERI A RIDOSSO DELL’OASI.

di Emanuele Rossi

È scattato il divieto di sorvolo sull’area protetta della Palude di Torre Flavia. Un provvedimento molto importante per la tutela dell’avifauna migratoria e dell’ecosistema floreale di uno dei luoghi più suggestivi del litorale nord anche se ultimamente messo sotto torchio per i progetti urbanistici, i mega concerti e il distributore di benzina che si vorrebbe installare in prossimità dell’oasi tra Ladispoli e Marina di Cerveteri, in località Stallonara proprio come il glamping. Intanto arriva almeno una decisione positiva ufficializzata sul sito dell’Aereonautica.

Perciò sarà proibito «l’atterraggio, il decollo e il sorvolo di aeromobili e di apparecchi a motore per il volo da diporto o sportivo». L’esenzione riguarda solamente «il volo libero (senza motore) e gli aeromobili per reali attività di soccorso, di emergenza, di antincendio, di protezione civile, vigilanza e salvaguardia della pubblica incolumità». Lo stesso portale mette in guardia sul fatto che «ulteriori deroghe possono essere concesse e coordinate di volta in volta con l’ente gestore dell’area naturale protetta (Città Metropolitana di Roma Capitale».

Per gli amanti della palude è un grande passo in avanti anche perché – come confermato da Corrado Battisti, il gestore della riserva – la decisione comprende ogni tipo di velivolo, compresi i droni e gli ultraleggeri. Viene subito in mente l’incidente del kitesurfer Alessandro Ognibene, risucchiato ad ottobre del 2018 da un elicottero militare durante un’esercitazione proprio sopra la spiaggia di Torre Flavia. Anche se è molto probabile che Marina o Aeronautica avrebbero comunque chiesto le autorizzazioni necessarie per dar vita all’addestramento interforze con i velivoli della Nato. «Comunque questa ordinanza è un aspetto innovato – sostiene Corrado Battisti – e andrà a ridurre il disturbo acustico sugli stagni proteggendo il più possibile gli uccelli. Ricordo ad esempio che ad ore nasceranno i fratini. Le uova sono pronte per schiudersi già ad aprile, un altro evento eccezionale per questo bellissimo sito».

L’ordinanza sarà in vigore fino al 31 dicembre 2023 ma con elevata probabilità verrà rinnovata di anno in anno. Questa decisione avvalora le proteste degli ambientalisti e degli animalisti sul discorso dei mega concerti in spiaggia vicino alla palude che tendono ad arrecare danni all’ecosistema fragile. Associazioni e comitati che non mollano affatto la presa dopo la bufera sugli insediamenti urbanistici in località Stallonara e anche nei pressi di via Fontana Morella. Anzi, rilanciano con una petizione popolare (proposta da Scuolambiente Roma Nord) a cui hanno aderito molte realtà per bloccare i progetti a ridosso dell’oasi.

Indice puntato sul comune di Ladispoli perché per i manifestanti «ha adottato una variante al Prg nel 2019 – oggi al vaglio della Conferenza di Servizi – che prevede l’espansione della città sui terreni agricoli a ridosso della palude per un totale di 400mila nuova cubature, dalle quali sono attesi oltre 4.500 nuovi abitanti».

I fautori dell’iniziativa parlano anche di una trasformazione, tramite la variante, di oltre 800mila mq da agricoli a residenziali. E poi polemiche per il recente piano del glamping approvato dalla giunta comunale etrusca in sui terreni in località Stallonara. «Ricade nella fascia di rispetto della Zona di protezione speciale – ricordano i comitati – ma con delibera dello scorso 7 aprile la giunta di Cerveteri ha sancito l’interesse pubblico di questo progetto che prevede l’installazione di 82 bungalow, 70 piazzole di sosta camper, 4 fabbricati adibiti a servizi igienici, un immobile destinato ad ospitare la reception, spazio di somministrazione, market, locali a servizio delle suddette attività e, al piano primo dell’immobile, palestra e spazi ricreativi e la realizzazione di 2 piscine di cui una coperta con tensostruttura». I pericoli non sarebbero finiti qui per il monumento naturale. «Sempre in località Stallonara – prosegue la raccolta firme – è in corso di valutazione presso la Regione Lazio la proposta di realizzare un distributore di benzina sullo stesso territorio». Entrambe le iniziative potrebbero rappresentare una seria minaccia per la palude. «Devono essere considerati diversi fattori di rischio – aggiungono – come l’aumento della pressione antropica sul territorio circostante l’area tutelata sia dei turisti che usufruiranno del camping sia dei nuovi residenti, poi l’aumento della superficie non drenante di un territorio già soggetto ad allagamenti, l’aumento del flusso di passaggio dei mezzi di trasporto sulle strade al confine con la palude e aumento dei rischi di inquinamento legati all’esercizio dell’attività di distribuzione carburanti». Infine l’appello alle istituzioni locali affinché attuino cancellazioni e revoche dei rispettivi progetti urbanistici, richieste che al momento però non sono state prese minimamente in considerazione.