Palude salva, per il momento…

0
748
Torre Flavia
Palude Torre Flavia

La Regione rinvia il discorso del distributore alla Conferenza dei servizi, includendo Città Metropolitana.

L’assalto degli affaristi per il momento non è riuscito, nemmeno questa volta. E gli ambientalisti, assieme ai cittadini che hanno a cuore le sorti di questo bellissimo sito, possono tirare ancora un sospiro di sollievo perché se comunque non si parla di bocciatura definitiva per il distributore di benzina nei pressi della Palude di Torre Flavia, è comunque una brusca frenata imposta dalla Regione Lazio.

Il Comitato Tutela Natura e Cultura Litorale Nord è tornato sull’argomento con toni trionfalistici ma per mettere la parola fine alla realizzazione del distributore di Gpl e all’installazione di colonnine elettriche in località Stallonara di strada ce n’è ancora da fare. Intanto, ed è comunque confortante, la Direzione Regionale Ambiente, nello specifico l’Area di Protezione e Gestione della Biodiversità, si è pronunciata a riguardo. In sostanza, ha chiesto il coinvolgimento nella Conferenza dei servizi anche dell’ente gestore del monumento naturale, quindi anche di Città Metropolitana bypassata nella fase della proposta. Come confermato da Corrado Battisti, il gestore dell’oasi per Città Metropolitana, ci sarà pure la Sovrintendenza. E non è di poco conto perché chiaramente e storicamente i Beni archeologici e paesaggistici hanno sempre un occhio di riguardo per le zone a protezione speciale, come la palude.
«Lo studio di incidenza da trasmettere alla Conferenza si legge nel documento – deve essere redatto da una figura tecnica con competenze in campo faunistico per affrontare in modo approfondito il tema dei potenziali impatti di tipo indiretto: sottrazione di habitat di specie e perturbazione».

Doveroso un passo indietro in questa storia, riavvolgendo il nastro a giugno del 2020 quando dagli stessi uffici regionali era stata certificata la vera bocciatura: il «parere negativo» alla società Pa.Ma Srl sul primo progetto. Gli imprenditori avrebbero voluto costruire su 5mila mq di superficie impermeabilizzata, una pensilina per gli erogatori di carburante, un fabbricato per ristoro e servizi, parcheggi, un’area lavaggio per autoveicoli e tanto altro ancora. Tutto troppo vicino alla palude, a soli 100 metri dal confine della Zps Torre Flavia. È di fondamentale importanza che i tecnici regionali abbiano respinto la proposta per la presenza dell’avifauna migratoria e per il sistema floreale. Da qui le possibili incidenze individuate che avrebbero potuto mettere a rischio l’oasi: inquinamento chimico da oli lubrificanti e idrocarburi, inquinamento luminoso notturno, inquinamento acustico (il che fa pensare come il comune di Cerveteri abbia potuto autorizzare nella spiaggia di Campo di Mare per ben tre volte il concerto di Jovanotti mettendo in pericolo questa preziosità) ma anche alterazione del paesaggio e della sua percezione da parte della fauna. L’oasi dunque non deve essere messa in pericolo. È un’area protetta non solo dagli enti sovracomunali ma anche dalla Comunità europea in riferimento, ad esempio, agli uccelli selvatici e migratori la cui presenza «costituisce la rete ecologica europea formata da siti d’importanza comunitaria e zone di protezione speciale», aveva ribadito sempre la Direzione regionale ambientale.

Tornando ancora al presente, viene automatico pensare che se la Regione vuole coinvolgere Sovrintendenza e Città Metropolitana nei piani attorno a questa preziosa riserva, lo stesso dovrebbe accadere per l’ormai celebre “glamping”: edificazioni urbanistiche, campeggi e prefabbricati a pochi metri dai sentieri del monumento naturale. Un piano, è bene ricordarlo, votato dall’intera Giunta comunale di Cerveteri: il sindaco Gubetti, gli assessori Battafarano, Luchetti, Gnazi, Ferri, Badini e Appetiti. Breve parentesi: i comitati avevano chiesto le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica Ferri e del delegato alle Aree protette Roberto Giardina e quest’ultimo aveva accettato l’invito sostenendo di essere contrario a questo piano scellerato con il lasciapassare dei politici etruschi che continuamente mettono a rischio questo scrigno di biodiversità e forse un giorno si scoprirà per quale motivo.

Anche su questo punto si è attivato il Comitato di Tutela (così come tante altre realtà ambientaliste e non del territorio: Scuolambiente Roma Nord, Salviamo il Paesaggio Litorale Roma Nord, Natura per tutti Onlus, Rifiuti Zero Ladispoli, Comitato Rimboschimento città di Taranto e altre ancora, affidando alla società Emersum, esperta di progettazione ambientale, di redigere un parere tecnico chiedendo al Comune la revoca della delibera relativa alle autorizzazioni di bungalow e camper e alla Regione di dare parere negativo alla Valutazione di incidenza ambientale e chiedendo il ripristino per la destinazione ad area agricola. Più di 1500 firme raccolte per la tutela del posto anche sulle diverse criticità precedenti e gli abusi commessi sulla palude di Torre Flavia «relativamente alla speculazione che si vorrebbe fare con la variante al Prg approvata dal comune di Ladispoli vicino a Torre Flavia che ricordiamo è una zona protetta».

Infine l’altro spettro della pista ciclabile nella palude. «Il comune cerveterano insiste ma non è il caso, creerebbe problemi al sito», conclude Corrado Battisti.