NUBI RADIOATTIVE, SCIE CHIMICHE, URANIO IMPOVERITO: COSA CI FANNO RESPIRARE?

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INTERVISTA A CARLO CALCAGNI, UFFICIALE ELICOTTERISTA E PARACADUTISTA CHE DURANTE LA MISSIONE DI PACE
IN BOSNIA NEL 1996 HA SUBITO UNA GRAVE INTOSSICAZIONE DA METALLI PESANTI.

di Maurizio Martucci

Nubi tossiche con nanoparticelle radioattive, polemiche (con smentite di turno: ‘tutte bufale, un tanto al chilo’, professano! bah…) sull’enigma delle scie chimiche lasciate in cielo dagli aerei, portano cos sé una domanda: cosa ci stiamo respirando? E con quali effetti sulla salute pubblica?

Ne sa qualcosa, distinguo alla mano, chi sta subendo i danni della cosiddetta Sindrome dei Balcani, aria tossica al di là dell’Adriatico. L’Uranio impoverito è nella pelle di chi vive il calvario dell’aria avvelenata: “In questa mia battaglia per la vita, posso combattere la menzogna di chi sapeva e ha taciuto continuando a negare la realtà dei fatti, ormai noti e dimostrati”.

Il brindisino di Cellino San Marco porta con sé una valigetta medico-militare da 300 compresse al dì, ossigenoterapia e 7 iniezioni di immunoterapia. Il tributo quotidiano alla piccola guerra santa nel Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa: è del Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni, nel 1996 pilota elicotterista in Bosnia- Erzegovina, recuperava feriti e salme.

Oggi ha 55 anni, fa il ciclista e “da 14 anni combatto il male, ma sono felice lo stesso, vado avanti con la mia bicicletta”.

Soffre di Sensibilità Chimica Multipla – Multiple Chemical Sensitivity (MCS) – da uranio impoverito e nanoparticelle varie (“tutta schifezza, ma la terapia chelante e disintossicante che faccio in Inghilterra tre volte l’anno, funziona”), più altre diagnosi neurodegenerative, Parkinson e gravi ripercussioni multiorgano su cuore, reni, midollo e polmoni.

L’avevano dato per morto, per tracce di Mesterolone Metabolita (da farmaci salvavita) anche dopato, ma negli Invictus Games 2016 (giochi internazionali sportivi per reduci di guerra invalidi), Calcagni ha corso sotto lo sguardo di Obama e del principe Harry, due ruote su gara in linea e cronometro ad Orlando. “Sono minato dal mio ‘nemico invisibile’, ma lo sport mi sostiene. La causa? I metalli pesanti sotto forma di detriti: piombo, mercurio, ferro, rame, acciaio e alluminio nel corpo”.

Precisa, certo: non è il più disabile tra i disabili. “Ma la mia è una storia differente, non più drammatica, né più meritevole di altre, ma diversa. Non la storia di una ferita evidente, di una mutilazione. Il mio corpo non ha menomazioni che catturano lo sguardo. Nessun nemico mi ha ferito in battaglia, nessun attentato mi ha colpito”.

E allora? L’avversario invisibile ce l’ha dentro: la Sensibilità Chimica Multipla che quello stesso Stato per cui sorvolava i Balcani (tra le bombe) ancora non riconosce, relegando la sindrome immunoneurotossica tra le malattie rare, nonostante le diagnosi in ascesa.

“In realtà il nemico l’avevo incontrato eccome e mi aveva ferito senza che me ne accorgessi”.

Come?
“Ha avuto tutto il tempo per devastarmi per sempre. L’uranio impoverito, i metalli pesanti li ho respirati durante le ore di volo sulle zone di guerra, mentre contribuivo a salvare vite umane. La contaminazione si è lentamente insinuata in tutti gli organi del mio corpo. Un nemico subdolo che mi ha profondamente minato dall’interno ogni singola cellula e che, giorno dopo giorno, si è impossessato di me con conseguenze devastanti

CARLO CALCAGNI

Nato il 30 ottobre 1968 in Germania da genitori pugliesi. A 20 anni si arruola nell’esercito, diventando presto Ufficiale di Prima Nomina presso la Scuola di Paracadutismo di Pisa. Partecipa a numerose missioni internazionali, nel 1996 viene mandato in Bosnia, dove viene assegnato al soccorso medico-sanitario di civili e militari. Parallelamente all’impegno militare, il colonnello coltiva la passione per il ciclismo, fregiandosi di 15 titoli di Campione Italiano di ciclismo su strada, e conquistando il titolo di Migliore Atleta dell’Esercito Italiano nel 2001. Tuttavia, a seguito della intossicazione da uranio impoverito si ammala in modo permanente: le patologie di cui soffre sono, tra le altre, cardiopatia, mielodisplasia, Morbo di Parkinson e sensibilità chimica multipla. Come Atleta paralimpico, dal podio d’Oro, ha trovato nello Sport la forza per andare avanti, affrontando e vincendo sfide ciclistiche.