“Non molliamo, torneremo a far correre anche gli atleti con disabilità visiva”

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Da soli le persone con disabilità hanno difficoltà a fare sport o sono quasi impossibilitate, ed allora perché non offrire un po’ del nostro tempo per dedicarsi a questa attività?

Insieme si ottengono risultati importanti un miglioramento della prestazione sportiva e del benessere della persona non vedente ma diventa anche una messa alla prova per le guide, per sperimentarsi accanto agli altri, provare a guidare un’altra persona, stargli accanto, sintonizzarsi sullo stesso respiro, sulla sua fatica, sui suoi ritmi, e la competitività ed il benessere oltre che individuale diventa duale e poi di gruppo, di squadra.

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Tra i tanti c’è Sandro Mille, che conosciamo attraverso risposte ad alcune mie domande.

Come hai scelto il tuo sport?

Volevo intraprendere un’attività sportiva che richiedesse uno sforzo moderato ma costante e, grazie alla generosità degli atleti dell’associazione sportiva La Sbarra, ho iniziato a praticare la corsa. Essendo io un ipovedente ho grande difficoltà nel muovermi in autonomia per cui era impensabile correre per me.”

Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi prestare attenzione?

Nella mia condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100 x 100 ad un atleta guida. Ciò significa che io, prima di tutto, devo sviluppare da subito un principio di intesa col mio accompagnatore. Devo essere sempre attento alle segnalazioni che mi vengono comunicate relative a variazioni di terreno, deviazioni di percorso, ostacoli improvvisi e non. Per cui prima del fisico io ho bisogno di allenare l’affiatamento con la persona che mi guida per trovare una buona sintonia.”

Nello sport cosa e chi hanno contribuito al tuo benessere o performance?

Fortunatamente sono venuto a conoscenza del progetto Achille’s International… Ed eccoci qua: atleti volontari dell’Associazione Sportiva La Sbarra che aiutano atleti non vedenti e ipovedenti a correre. Sia in allenamento che in gara Atleta Guida e Atleta non vedente procedono affiancati, uniti polso a polso attraverso un cordino. Ci vuole accortezza e sensibilità e i ragazzi de La Sbarra riescono a compiere l’impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al traguardo. È una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza e delicatezza.”

Un’intervista a Sandro è riportata nel libro “Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”, Prospettiva Editrice.

http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=397&controller=product

Tali atleti per partecipare a diverse attività agonistiche ed amatoriali, necessitano di allenarsi e, quindi, essere accompagnati in queste attività da “guide sportive” ossia persone, disponibili ad indicargli il percorso, a porgergli un braccio, a farli evitare buche e ostacoli. Ognuno di noi si può sperimentare come guida negli allenamenti ed in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità e scoprendo cosa significa correre con una disabilità come la vista.

 

Matteo SIMONE

http://www.psicologiadellosport.net