AI TEMPI DELLA PANDEMIA SETTE ITALIANI SU DIECI HANNO SCELTO DI COMPRARE E VENDERE USATO ONLINE. DALLA GARANZIA ALLE TASSE: LE REGOLE DA RISPETTARE.
La mission è “se non lo metti, mettilo in vendita”. Tutto quello che si è accumulato in armadi, ripostigli, cantine e credenze e che non si usa più, se non addirittura mai usato, viene rivalutato e rimesso in circolazione. Comprare e vendere usato significa allungare la vita di un bene, ridurre in produzione e quindi l’inquinamento. Sicuramente risparmiare in un momento di crisi economica e di incertezza sul futuro. Anche di maggiore consapevolezza del proprio stile di vita.
Subito.it e Vinted sono due realtà protagoniste del mercato dell’usato online che hanno scommesso sulla sempre maggiore coscienza dei consumatori, vincendo. Infatti, secondo una ricerca condotta da EVA Doxa, nel 2020 sette italiani su dieci hanno scelto di vendere e acquistare usato, per un valore pari a 24 miliardi di euro. L’1,4% del Pil, di cui la metà utilizzando le piattaforme online.
Dai social ai portali, alle numerose App le possibilità di vendere sono molteplici. Un esempio di vetrina è Facebook, che mette in contatto venditori e compratori così come Subito.it. Poi ci sono i siti di intermediazione dove gli utenti dispongono del servizio di pagamento, di spedizione e delle garanzie fornite dalla piattaforma. Per quest’ultima opzione è utile leggere prima i termini d’uso per non incorrere in spiacevoli malintesi. Ricordiamo che non essendoci una normativa, ogni piattaforma si regola da sé. Però il fisco c’è. Con modalità differenti se si tratta di vendite occasionali oppure attività commerciali. Nel primo caso non importa il valore del bene, che sia un abito oppure un Pc, la vendita una tantum non è mai tassata. Invece si ha obbligo di partita Iva quando le vendite divengono costanti e si apre un sito o più canali dedicati ad esse.
Fare di necessità virtù: il baratto
E comunque stop all’usa e getta! Sempre più cittadini barattano i loro beni sui numerosi gruppi Facebook nati per proporre scarpe in buono stato per un flacone di disinfettante o cibo per cani. Anche merendine, caffè, cosmetici. Non ci sono limiti negli annunci, viene persino pubblicata la foto del brand desiderato, il prezzo e in quale store lo si trova in offerta. Una iniziativa vincente per il pianeta che indica anche quanto la povertà sia aumentata. In passato chi avrebbe mai chiesto una scatola di biscotti o di sigarette in cambio di un passeggino o di un set di tazzine? Oltre ai gruppi locali attivi sui social, un’opportunità attuale su cose(in)utili è possibile barattare e scambiare online i tuoi oggetti usati in modo asincrono in cambio di crediti. Inoltre c’è tempoUtile, una banca del tempo. L’iscrizione è gratuita.
Trarre un qualche vantaggio esistenziale da eventi che ci sono capitati e che, potendo scegliere, non avremmo voluto è uno degli aspetti positivi di questo buio periodo.