Neri Marcorè debutta alla regia con “Zamora”

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zamora

Film ispirato al romanzo omonimo di Roberto Perrone.  Una storia sugli uomini gentili che sanno crescere e affermarsi, nonostante lo sfottò in azienda e le difficoltà sentimentali.

di Barbara Civinini

Zamora
Locandina verticale del film

Contrariamente a quanto potrebbe far pensare il titolo, l’ultima fatica di Neri Marcorè, che l’ha consacrato alla regia, non è un film sportivo. “Zamora”, il nome dell’invincibile portiere spagnolo degli anni 30, chiamato El Divino, è soltanto il soprannome affibbiato al protagonista, Walter Vismara, interpretato da Alberto Paradossi, una rivelazione.

Il film è liberamente ispirato al romanzo omonimo di Roberto Perrone, scrittore e giornalista sportivo scomparso di recente. Macorè, ne ha curato la regia oltre che la sceneggiatura, scritta a più mani con Maurizio Careddu, Paola Mammini e Alessandro Rossi.

Ambientato negli anni 60, cosa racconta questo lavoro dell’eclettico interprete parlamentare, per passione attore, doppiatore, imitatore, e conduttore tv?

“Zamora”, spiega Marcorè, racconta del potere che ha l’amicizia nell’aiutarsi reciprocamente, racconta di un Paese e di un periodo che possono essere riassaporati per un attimo col sorriso e il soffio di una carezzevole nostalgia, mentre seguiamo un giovane uomo nel suo percorso di formazione: imparerà che è meglio affidarsi alla vita e all’amore senza troppi calcoli piuttosto che covare il rimpianto di non aver vissuto o amato affatto; e che quando non c’è modo di rimediare a una delusione profonda, è bene tornare a guardare avanti prima possibile.

Neri Marcorè
Alberto Paradossi interpreta il ragioniere Vismara – 01 Distribution

Il film narrato con lo stile del migliore Pupi Avati, garbato e intimo, come ne “Il cuore altrove”interpretato dallo stesso regista è una storia semplice di vita vissuta. Il trentenne Vismara, ragioniere prima nell’anima e poi per professione, contabile di una fabbrichetta di Vigevano, quando chiude, si trova catapultato in un’azienda avveniristica dell’operosa Milano, al servizio di un imprenditore brillante, il cavalier Tosetto (G.Storti), con il pallino del folber usando un neologismo di Gianni Brera che obbliga tutti i suoi dipendenti a sfide settimanali, scapoli contro ammogliati.

Il ragioniere per non perdere il posto s’inventa portiere con esiti disastrosi. Per questo l’ingegner Gusperti (W.Leonardi), fra l’altro suo rivale in amore, lo ribattezza sarcasticamente “Zamora”, lo umilia in campo e lo bullizza in azienda.

Giovanni Storti è il cavalier Tosetto – 01 Distribution

A questo punto il nostro antieroe escogita un piano del tutto originale per vendicarsi, coinvolgendo Cavazzoni, un ex portiere caduto in disgrazia dedito all’alcol e al gioco d’azzardo, a cui presta il volto lo stesso regista.

Sarà così che Vismara imparerà che nel calcio, come del resto nella vita, bisogna imparare a buttarsi e anche se perdi, ciò che conta è rialzarsi e ripartire più forti di prima. Il film è prodotto da Pepito con Rai Cinema e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.