NEOPLASIA PANCREATICA DI GRANDE ATTUALITÀ

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aldo ercoli

Si fecero fotografare assieme i “buchi sulla pancia”, segnali di interventi chirurgici di asportazione e rimozione di neoplasie pancreatiche.

di Aldo Ercoli

cancro
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Penso che ricordiate chi siano: l’uno un grandissimo ex calciatore, l’altro un altrettanto famoso “rapper” cantante. Perché il futuro di entrambi fu assai differente?

Il primo era affetto da un adenocarcinoma duttale (nel 65% la testa del pancreas). Quasi la totalità dei casi diagnosticati hanno un esito infausto, fatale. Di solito sono individuati sol quando la malattia è diffusa. Al di là di mutazioni genetiche – cromosomiche, il rischio è aumentato quando il diabete mellito è di lunga durata, nelle pancreatite croniche, dal fumo mentre non è influenzato dall’assunzione di alcol, caffè e dalle presenze di calcoli biliari: come si presentano questi pazienti colpiti dal cancro del pancreas?

 

E’ spesso evidente un calo ponderale associato ad un dolore addominale parzialmente migliorato dal piegamento in avanti quando si è seduti. Poi, col tempo, compare l’ittero (occhi color giallo) provocato dalla pressione del tumore della testa del pancreas con conseguente ostruzione delle vie biliari. Pertanto i sintomi ed i segni predominanti sono il dolore addominale, il calo ponderale (dovuto all’inappetenza ma anche al malassorbimento subclinico, nausea e vomito) ed ittero. Più di rado si riscontrano tromboflebiti migranti; intolleranza allo zucchero, splenomegalia. La diagnosi si avvale del CEA, del CA19.9, e dal CA 72.4 oltre alla Tc addominale con mezzo di contrasto.
Purtroppo anche per il nostro calciatore, già campione del mondo, l’esito , come detto, fu mortale.

Basti pensare che nel 2000 negli Usa su 28.300 nuovi casi registrati ne sono deceduti, entro breve tempo, ben 28.200. Ricordo che all’esame universitario di chirurgia generale (1973) presi 30 e lode perché risposi esattamente alla domanda pertinente il tumore in base al “segno di Curvasier – Terrier: un paziente con ittero con colecisti, nella maggior parte dei casi, palpabile (Murphy negativo). Aggiunsi anche la presenza di urine molto colorate (ipercromiche), feci chiare e prurito cutaneo. <<Basta cosi, vada pure>> mi dissero i professori di chirurgia che mi avevano posto la domanda.

Ben diverso è il secondo caso, quello del “rapper” sposato con una notissima e bellissima modella, che è sopravvissuto. Pensai subito ad un tumore endocrino del sistema gastroenterico e pancreatico. Esclusi il carcinoide (15 casi per milione ) perché il paziente non presentava arrossamento cutaneo (fluscing), broncospasmo, ipotensione, disturbi cardiaci). Cosi come l’insulinoma (ipoglicemia), Il glucagoma (diabete mellito lieve, eritema, migrante necrotico, glossite), il somastatinoma (diabete mellito, diarrea, feci grasse, colelitiasi). La sopravvivenza nel corso degli anni poteva portarmi sulle tracce di un vipoma (diarrea, potassio basso). Stiamo parlando di tutti tumori endocrini gastro – pancreatici. La diagnosi istologica potevano averla solo gli anatomopatologi io potevo fare solo delle ipotesi, ma prima di essere un cardiologo e broncopneumologo sono essenzialmente un “clinico vecchio stampo”.

Quando, pochi giorni orsono, ho letto su un giornale di un ricovero ospedaliero del cantante dovuto ad emorragie intestinali provocate da due ulcerazioni non ho avuto più molti dubbi.Una condizione grave la sua (tanto da richiamare a Milano la moglie che si trovava a Parigi, per la settimana della moda) ben trattata con delle trasfusioni ematiche. Il mio sospetto era quello iniziale: un tumore endocrino gastrointestinale e pancreatico che provoca un eccesso di gastrina.
Ovverosia la sindrome di Zallinger – Ellison , un gastrinoma prodotto da cellule insulari non beta e da cellule duodenali G. Le sue manifestazioni cliniche principali sono le ulcere peptiche e la diarrea. Fortunatamente la percentuale di malignità è inferiore al 70%. La sindrome di Zollinger – Ellison, dovuta al gastrinoma, è assai rara (1-2 casi/milione).

Non avendo mai vistato il paziente, né tantomeno aver preso visione delle sue indagini cliniche, la mia diagnosi clinica può essere confermata, oppure smentita, da chi ha in cura il paziente.