NASCITA DI UN QUARTIERE: LA CASACCIA

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quariere Casaccia

CERVETERI, ERA IL 1947 QUANDO VENNERO ASSEGNATI I LOTTI DEL TERRENO DOVE UN TEMPO SORGEVA UN PICCOLO CASOLARE IMMERSO TRA ULIVI E MANDORLI

di Angelo Alfani

Alla forte domanda di nuove abitazioni dovuta all’incremento della popolazione ed alla fregola di mettere su famiglia passata la tragedia della guerra, (56 matrimoni ufficiati nel 1947, 88 nel biennio successivo) l’Amministrazione ritenne di trovare soluzione individuando l’area su cui insediare la “Lottizzazione aree fabbricabili nuovo Quartiere Casaccia”. Area appena sopra San Pietro, nella parte del Paese che vedeva la presenza di ulivi secolari piantati sopra la prospera città di Agylla.

CasacciaSi narra che il toponimo Casaccia tragga origine dalla presenza di una vecchissima casa, ben visibile nelle rare foto degli anni venti: una scatolina bianca immersa nel verde degli ulivi e di rari mandorli, di cui ancora oggi si possono rintracciare le fondamenta in tufo.L’area andava da una croce in ferro, un tempo infilata accanto ad uno dei tanti splendidi ingressi ad arco rivestiti a pozzolana dal colore grigio caldo, fino all’angolo del vecchio Campo da calcio, lasciando poi a magnifiche mura realizzate con quadroni di risulta etruschi, oggi lasciati sbracare dalla noncuranza pubblica e privata, che conducevano un tempo uomini ed armenti verso La Palma e l’uliveto di Zavagli.

La lottizzazione scivolava poi fino a congiungersi alla piazzetta di Rita. Il terreno acquisito dal Comune per il nuovo insediamento dalla famiglia Piscini, venne suddiviso in dieci grandi fazzoletti. Le condizioni poste dal bando comunale furono, inizialmente, assai rigide, prevedendo lotti da centocinquanta metri quadri ad uso esclusivo abitativo, con pagamento da effettuarsi alla Tesoreria comunale per la somma di lire quindicimila, quale importo dell’area: un prezzo fissato a lire cento a metro quadro, a cui andavano aggiunte tremila lire per le spese contrattuali di voltura. Entro sei mesi dalla presa di possesso era fatto obbligo di iniziare i lavori, mentre i tempi ai fini della abitabilità, sarebbero stati decisi dalla Commissione urbanistica comunale.

All’avviso pubblico a partecipare all’assegnazione pervennero 130 richieste, alcune, dei sempre presenti furbetti della cosa pubblica, poi cassate:106 vennero accolte, anche quelle giunte nei tempi supplementari. L’area interessata fu di 20.781 metri quadri, a cui andavano aggiunte le strade, i marciapiedi e i due slarghi previsti. L’assegnazione dei lotti avvenne l’ultima settimana del mese deputato ai grandi eventi popolari, nel Maggio del 1947. Una spasa di cervetrani di tutte le età si radunò, fin dalla notte per paura di finire come al gioco dell’ocarella, nello spazio antistante il campo sportivo. Molte le cose che non filarono lisce, molte le discussioni ma alla fine ci si aggiustò, come sempre. La stragrande maggioranza degli assegnatari erano cervetrani doc.

Cito un breve elenco scusandomi con chi non è rammentato che come gli atri ha contribuito allo sviluppo di Cerveteri: Ferretti, Lucci,Valeri, Mariotti, Biscetti, Frattari, Angelucci,Travagliati,Tacchetti, Agrestini, Bruschi, Brini, Capannini, Contadellucci, Galosi, Di Berardino, Donati, Ricci, Rinaldi, Collacciani, Ciammaruchi, Sebastiani, Faraglia, Mazzarini, Pantano, Guastini, Marini, Papi, Cinquantini, Bartocci, Sestili, Armeni, Pica, Tirabassi, Morbidelli, Cerretani, Ferri, Loreti, Proietti, Carfagna, Rossetti, Ferrantini, Gattafoni, Lucarini, Tani, Quarino.