In un momento così difficile per il settore, arriva UNITA, con l’obiettivo di promuovere il ruolo degli attori e tutelare i diritti della categoria. Oggi il settore vale più di un miliardo di euro.
Arriva UNITA – Fra i sostenitori ci sono alcuni nomi importanti dello spettacolo italiano come Cristina Capotondi, Fabrizio Gifuni e Massimiliano Gallo. L’ambizione è di divenire un vero e proprio punto di riferimento per tutta la categoria messa a dura prova dalla pandemia da Covid, che ha comportato lunghi mesi d’inattività. L’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo (UNITA) è un’associazione di categoria fondata da più di 100 interpreti del teatro e dell’audiovisivo creata per sostenere e promuovere il mestiere dell’attore. L’associazione vuole essere una casa aperta e inclusiva, animata dalla passione e dal rispetto per questo lavoro, un mestiere antico, che solo di recente si è guadagnato la dignità di professione vera e propria.
UNITA intende giocare la partita a tutto campo collaborando con le rappresentanze sindacali e le istituzioni, arrivando a un vero Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per l’Audiovisivo, infatti, a differenza degli spettacoli dal vivo, non esiste un contratto nazionale per gli attori di cinema. Fra gli altri obiettivi dell’associazione ci sono la difesa dei diritti d’immagine, di autore, di riproduzione, e il sostegno all’istituendo Registro degli attori, che dovrebbe consentire di inquadrare la categoria con criteri professionali. Animati dal bene più prezioso del nostro lavoro, l’immaginazione, affermano gli associati, la casa comune che stiamo costruendo intende raccogliere una vera e propria sfida: rappresentare unitariamente non solo gli interessi della nostra categoria ma anche contribuire a definire, all’interno della professione, un sistema di regole, fatto di doveri oltre che di diritti. Oggi il nostro settore vale complessivamente oltre un miliardo di euro in termini economici, dice la presidente Vittoria Puccini, come riporta Askanews. E gli attori, a qualsiasi livello, prosegue, meritano di avere adeguate tutele come ogni altro lavoratore, mentre oggi tutto è basato sul potere contrattuale del singolo e quindi a vantaggio degli artisti più richiesti. Si tratta, afferma, di una discriminazione di fatto che si è creata proprio per l’assenza di un quadro normativo di categoria.
Del resto lo slogan di UNITA è proprio: “diverse interpretazioni uguali diritti”. Lo stesso ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, all’inaugurazione della VI edizione del Mercato dell’Audiovisivo, che si è svolta nei giorni scorsi a Roma, ha dichiarato che è necessario continuare a investire in un settore che sarà trainante rispetto alla crescita del Paese. Nonostante le circostanze, la ripresa delle grandi produzioni straniere nel nostro Paese e la competizione per utilizzare le strutture di Cinecittà fanno ben sperare. Per questo motivo è importante credere nelle potenzialità del settore e continuare a lavorare insieme, ha detto. Il Fondo emergenza spettacolo e cinema istituito dal DL Cura Italia, è stato aumentano di 20 milioni di euro per ristorare la mancata bigliettazione, arrivando così a un totale di 60 milioni.
di Barbara Civinini