«MUSICA, MAESTRO»…MA LA SALA È SENZA PUBBLICO

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DAI MUSICISTI AI GESTORI DEI CINEMA, FINO AL TEATRO. LO SFOGO DELLE ASSOCIAZIONI DI LADISPOLI E CERVETERI: «COSÌ SI MUORE»…

Musica, cinema, teatro, cultura. Sempre più stringenti per queste categorie le misure adottate dal Governo per ridurre la circolazione del virus. Nella storia della “rana bollita” ci rientrerebbero a pieno, anche le realtà locali a cui abbiamo voluto dar voce. Partendo proprio dal cinema Moderno, l’unico punto di riferimento per famiglie e giovani per altro attivo tra Ladispoli e Cerveteri che assieme sommano oltre 80mila abitanti. La crisi post lockdown, poi le infiltrazioni d’acqua e l’incendio sul tetto spento rapidamente dai vigili del fuoco. L’incubo sembrava fosse passato per i gestori della struttura appena riaperto dopo il rogo, e invece il decreto ministeriale firmato da Conte ha di nuovo fatto calare il sipario su uno dei simboli del territorio.

Il tempo di proiettare il docu-film dedicato a Francesco Totti e la sala è tornata ad essere chiusa. Duro sfogo del gestore della struttura di via Armando Diaz, in pieno centro. «Mai come in questo periodo – sostiene Mario Giuffrida – il nostro settore è stato messo a dura prova non solo dal virus, ma anche dalla psicosi che ha accompagnato una comunicazione eccessivamente invasiva, causando danni collaterali». Eppure i titolari hanno provato in tutti modi a scongiurare una chiusura che potrebbe infliggere al cinema il colpo di grazia. «Come associazione – afferma sempre Giuffrida – abbiamo davvero scritto ovunque per evitare tutto ciò. Per noi esercenti è stato molto faticoso, e non lo dico solo adesso, riportare quel poco pubblico che ci permetteva di sopravvivere. Poi l’incompetenza politica ci ha fatto tornare indietro alimentando le ansie e preoccupazioni fino al triste epilogo di ieri».
Teatro. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Leonardo Imperi, da 7 anni responsabile dell’associazione La Valigia dell’Attore, scuola considerata semi-professionale e mesi fa impegnata nella Divina Commedia allestita nella cornice del Bosco di Palo, spettacolo ideato da Agostino De Angelis. A Ladispoli e non solo, Leonardo si è fatto strada, partendo dal basso. Poi il semaforo rosso. «La situazione era già difficile prima del lockdown e dei successivi decreti – racconta Imperi – in poche parole i teatri in Italia, perennemente in crisi, chiudevano già prima. Le piccole realtà faticano ancora di più, le associazioni vivono situazioni delicatissime. Non tutte riescono ad ottenere dei finanziamenti. La mia ha avuto un contributo di 10mila euro a fondo perduto in estate perché rispettava tutti i requisiti che di solito sono rigidissimi. Ma le più piccole magari non ci riescono e per loro è ancora più drammatico lo scenario. E poi con quei soldi presi non ci fai quasi nulla. Arrivano in ritardo, proprio come la cassa integrazione, e tu sei chiuso per mesi e mesi». Nel precedente Decreto non hanno chiuso le associazioni ma i luoghi dove svolgono attività e dove si appoggiano. «Esatto – prosegue Leonardo Imperi – è una presa in giro. E poi nel decreto Ristori il terzo settore è stato completamente ignorato. Dovrebbe essere il contrario: prima ottieni i vari bonus, poi stai fermo in caso. Invece in Italia avviene il contrario. Ripeto, settori come cinema e teatro sono già in crisi. La gente non ci va anche se poi solidarizza con te sui social ma si scarica i film sul pc. C’è tanta ipocrisia in questo mondo. E l’unica speranza è che questo virus venga sconfitto nel più breve tempo possibile. Non sono un politico, faccio parte di una categoria penalizzata, e onestamente non c’è aiuto per noi. E mi reputo pure fortunato, in estate ho lavorato tantissimo, molto più di altri anni, forse perché la gente aveva voglia dopo 3 mesi di uscire da casa. Però le piccole realtà muoiono, non c’è altra soluzione».
Musica. Non è passato inosservato l’Autunno Musicale in Concerto via web. Il Trio Rossellini (Francesco Peverini al violino, Luca Peverini al violoncello e Giacomo Bellucci al pianoforte) avrebbe dovuto deliziare il pubblico in platea, come ogni anno. Al Granarone era tutto pronto per la musica con il patrocinio del Comune cerveterano e dell’orchestra sinfonica Renzo Rossellini. Poi i promotori sono stati costretti a suonare in streaming, con i locali deserti, senza applausi, se non quelli scroscianti a distanza. E come loro, tanti musicisti del territorio stanno soffrendo da quasi un anno, c’è chi rinunciato da tempo alla sua passione. Così scriveva Giacomo Bellucci dopo il Decreto. «Buonasera. Come sapete, il nuovo DPCM vieta la presenza del pubblico. Ci dispiace moltissimo non avervi con noi. Abbiamo però deciso di dare la nostra testimonianza di andare avanti senza rassegnarci, soprattutto per essere vicini a quanti vogliono continuare . Potrete essere con noi nella diretta streaming». Musica