Tra le pagine di “Murata viva” il fantasy di Giorgia Cucchiarelli. Un romanzo amante, amico e compagno di viaggio.
di Barbara Pignataro
Determinata, bella e piena di fantasia, è Giorgia Cucchiarelli, la giovane autrice del fantasy “Murata Viva”, nata a Roma, abruzzese d’origine, vive a Ladispoli ma con la mente viaggia spesso altrove. Alla scoperta dei talenti presenti sul territorio l’abbiamo incontrata.
Nome? Giorgia Cucchiarelli
Età? 17 anni
Segno zodiacale? Gemelli
Imperativo? Emergere
Hobby? La lettura in lingua inglese
Passioni? La danza, sono autodidatta! Non ho tempo di seguire un corso, prima viene lo studio.
Dunque sei una “secchiona”? Un pò, mi piace studiare, sono curiosa e convinta che il sapere sia alla base della vita, almeno la mia. Leggo di tutto e scrivo da quando avevo 8 anni, sul diario, su fogli di carta qua e là.
E di cosa scrivi? Quando ero piccola adoravo i cartoni animati, li guardavo assiduamente e mi divertivo a cambiare la storia dei miei personaggi preferiti, riscrivevo le loro avventure. Creavo dei miei personaggi, ancora oggi lo faccio. Immagino storie e le metto su carta. Una passione che si è approfondita quando è venuta a mancare mia nonna, il mio punto di riferimento da cui ho preso la passione della lettura.
Quando e come ti è venuta l’idea di scrivere un libro? Durante il periodo, non facile, dell’adolescenza, ho subito atti non molto carini da parte dei miei compagni a scuola e ho iniziato a scrivere l’esperienza, come sfogo. Da lì è cominciato tutto. I diari poi li ho buttati, il passato rimane nel passato però non ho perso la passione di scrivere. Poi, incoraggiata da un’amica, a cui ho confidato questo mio sogno, sono tornata a crederci e ora ce l’ho tra le mani.
“Murata Viva”, quando lo hai terminato? L’ho scritto in due fasi, la prima a 14 anni, quando mi venne l’idea, era una fan fiction, ossia prendere dei personaggi dello spettacolo e cambiare completamente la storia. Poi non andava come volevo io, mi sono concentrata su altre storie che ancora oggi sono sulla piattaforma dove ho iniziato a pubblicare. Ho ripreso da poco la storia, dandogli una seconda possibilità, cambiata più volte, fino ad arrivare a “Murata viva”, il primo romanzo di una serie.
Si tratta di una saga stai dicendo? Si, il progetto prevede tre volumi. Non sono sola in questa avventura, ho conosciuto Edda Cacchioni, diventata la mia editor, si è presa cura della mia storia, non era ancora neanche finita, ha fatto una scelta coraggiosa puntando su di me,con un autopubblicazione abbiamo realizzato il primo volume.
Vuoi raccontarci la storia, i personaggi? Si tratta di un romanzo giallo, è un mistero anche il personaggio principale, arrivi alla fine del libro, pensi di aver compreso qualcosa di lui invece è tutta una bugia. I miei personaggi sono una continua sorpresa, descritti un passo alla volta nei vari volumi.
Svelaci qualche dettaglio Sono tre libri con tre personaggi diversi, abbiamo un punto di vista di tre ragazze diverse, che sono i 3 personaggi non principali della storia, che però hanno un certo effetto. É ambientato in Australia, un Paese che mi piace molto, pieno di natura, ho scelto Sidney che mi affascina, dove spero di andare presto. Per l’aspetto fisico dei personaggi mi sono ispirata ad attori e cantanti che amo, Silena, per esempio, la narratrice di questo primo libro, è un’attrice emergente. Quale ti piace di più? La mia preferita è Leah Marrison, l’antieroe, né cattiva né buona, ha qualcosa di me, è sincera e diretta.
Parlaci della copertina, insieme al titolo sembrano nati per una serie Tv. Copertina e servizio fotografico sono stati realizzati da Aurora, la figlia dell’editor, e ne sono felicissima. Il rosso è il colore che più rappresenta la protagonista. Magari una serie Tv, ho molta fiducia in questo libro ma ho 17 anni, un passo alla volta!
Il titolo “Murata Viva” – Giochi di Vendetta è forte, cos’è per te la vendetta? La vendetta non lo so. Ho scritto il secondo titolo Giochi di Vendetta pensando a uno dei personaggi che si stava vendicando per non essere stato accettato… non posso dire altro.
Non ti sei mai vendicata dei torti subiti? Penso che questo libro sia già uno schiaffo in faccia a chi mi diceva che scrivevo o disegnavo male, ho pubblicato un libro! Non intendo vantarmi. É il tuo riscatto? La prova che non sono riusciti a levarmi la scrittura.
É stato difficile integrarsi nel contesto? Non mi sono affatto integrata, il secondo anno infatti me ne sono andata, non ho sopportato di essere l’oggetto di prese in giro da parte di ragazzi che cercavano qualcosa che io non volevo. Io volevo leggere, volevo scrivere e disegnare loro altro. Telefonini e borse non mi interessavano.
Hai conosciuto una generazione di ragazzi sofferenti, meno fortunati di te. Sono stati irrispettosi nei miei confronti, si comprendo che è la sofferenza che genera qualunque forma di bullismo, ma io per colpa loro non sono tranquilla. Quando ero interrogata mi sentivo i loro occhi addosso e anche adesso quando sono alla lavagna chiedo sempre agli insegnanti di essere interrogata alla cattedra, mi sento più sicura.
In questo caso le differenze ti hanno emarginato. Molto, infatti una cosa che continuo a dire “continuiamo ad essere differenti perché se cominciamo ad essere come dei robot al seguito della tecnologia e delle tendenze, saremmo peggio dei fantasmi”.
Sei ancora tra i banchi di scuola, ti capita ancora di trovarti in situazioni simili? No al liceo linguistico che frequento a Maccarese, nessuno attacca nessuno e ci accettiamo nelle nostre unicità. Ho la fortuna di avere una classe che ha capito che sono una persona sensibile, che si spaventa facilmente e mi sono vicini.
Ti è più semplice scrivere che parlare con gli altri, la scrittura è un modo per fuggire dal confronto? I traumi non sono facili da superare, ma non ci si piega difronte alle sfide.