DAL DISCORSO ALLA CAMERA, ALLA KERMESSE CANORA FINO A RAGGIUNGERE I BANCHI DI SCUOLA.
Tutti conosciamo il significato dell’espressione “predicare bene e razzolare male”, lo si attribuisce all’atteggiamento di una persona che sembra giusta e onesta nel parlare, ma si comporta in modo ben diverso, mostrando un’evidente dissonanza fra il dire e il fare. Un fenomeno dilagante in Italia.
Nello specifico l’ipocrita retorica di Sanremo, del discorso di Mattarella, del dirigente scolastico nostrano. L’imbarazzante applauso dei presenti al discorso di insediamento del rieletto Presidente della Repubblica le cui parole – un elenco puntiglioso di tutti i fallimenti di cui l’attuale classe politica si è resa, come minimo, corresponsabile, in concerto con chi l’ha preceduta – per usare le parole di Francesco Cancellato; i monologhi femminili portati in scena all’Ariston sommati al comportamento adottato nella scuola primaria, dove mentre si ricorda l’orrore neonazista si condivide appieno la nuova politica di governo proiettata verso differenti diritti per differenti opinioni, impongono quantomeno una riflessione.
E allora a Festival finito potremmo parlare delle conseguenze del Jova beach party sulle coste italiane, contrastare l’indottrinamento dei bambini che non è storia ma attualità nel territorio, dove il “banale” suggerimento di lettura o programma Tv proietta futuri adulti verso il pensiero unico, anziché un pensiero critico.
Se è reale la tesi secondo la quale i veri progressi, i cambiamenti avvengono nel pensiero, nel cuore e grazie alla luce, allora è la mentalità che deve cambiare.
“Non c’è niente che si possa cambiare veramente conservando la stessa mentalità egoista. Sono le mentalità che vanno combattute, perché cambiando le mentalità, si cambierà automaticamente la società“. Da ‘Era dell’Acquario, l’Era della Fratellanza’. Omraam Mikhaël Aïvanhov