Il mistero della tomba di Napoleone Bonaparte. E se fosse sepolto a Londra?

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di Giovanni Zucconi
Les Invalides, a Parigi, è una delle mete obbligate per chi visita la capitale francese.

Un tempo era un ospedale-ospizio, sempre pieno di feriti e di mutilati che le numerose guerre sostenute dalla Francia producevano in continuazione. Adesso non è più frequentato da sfortunati soldati, ma da milioni di turisti che vengono, da ogni parte del mondo, a rendere omaggio alla tomba di Napoleone Bonaparte. Tra questi turisti ci fu, in una triste mattina di giugno del 1940, anche Hitler, che si tolse il cappello davanti l’imponente tomba di porfido rosa, e fece un commosso atto di ossequio. Ma c’è chi sostiene che questa bellissima tomba non contiene le spoglie dell’Imperatore, ma quelle di un’altra persona, purtroppo non facilmente identificabile. Lo storico francese Bruno Roy-Henri, afferma, in un suo libro, che il corpo di Napoleone fu sepolto dagli Inglesi nell’abbazia di Westminster. Un giornalista, Retif de la Bretonne, nel suo libro dal titolo “Inglesi, restituiteci Napoleone”, sostiene la medesima tesi, e cioè che il governo di Londra avesse emanato l’ordine, mai revocato, di portare in Gran Bretagna il cadavere di Bonaparte già all’inizio del suo esilio a Sant’Elena. Del resto, anche Napoleone, pochi giorni prima della sua morte, il 27 marzo 1821, scriveva: “Ho desiderato più volte la morte. Non la temo. Per me morire entro 15 giorni sarebbe una fortuna (…) La sola cosa da temere è che gli inglesi vogliano conservare il mio cadavere e seppellirlo a Westminster”.

 

Vediamo quali sono gli indizi a sostegno di queste tesi. Napoleone Bonaparte morì, il 5 maggio 1821, a Sant’Elena, una sperduta isola nell’Oceano Atlantico, dove gli inglesi l’avevano esiliato e recluso dopo la sconfitta di Waterloo, in Belgio, nel giugno 1815. Sorvoliamo sulle varie ipotesi che si sono fatte sulle sua morte: malattia, avvelenamento, incidente, e concentriamoci solo sui suoi funerali. Ci è rimasta una ricca documentazione relativa alle ore successive la sua morte. Testimoni oculari ci hanno lasciato lunghe memorie. Possiamo studiare molti documenti ufficiali, tra i quali un’autopsia. Sappiamo come venne vestito l’Imperatore e con quali decorazioni, in che condizioni era il suo corpo, e che cosa era stato messo nella sua bara. E, particolare importante, quanti sarcofagi vennero usati per proteggere il suo sonno eterno. Napoleone venne completamente rasato, sul volto e sul cranio, e successivamente venne vestito con un’uniforme da parata. Vi appuntarono le decorazioni più importanti e adagiarono il suo celebre cappello sulle sue gambe. Ai suoi piedi misero delle calze di seta e stivali con speroni di argento. Nella bara, nei due angoli inferiori, posero due vasi d’argento. Nel primo c’era il suo cuore e nel secondo il suo stomaco. Questa prima bara di ferro bianco, una volta chiusa, fu inserita in una seconda bara di piombo, e quest’ultima in una cassa di legno. Quindi in tutto tre bare. Altro particolare importante, è che le operazioni di inumazione di Napoleone subirono una brusca accelerazione, quando si accorsero che il suo cadavere si stava deteriorando troppo velocemente a causa del clima caldo e umido dell’isola di Sant’Elena. Napoleone venne poi seppellito, con tutti gli onori, in una piccola valle, la Valle dei Gerani, che lui stesso aveva indicato. Vi rimase seppellito per circa 19 anni, fino a quando il Re francese Luigi Filippo d’Orleans, si adopererò per farlo tornare in patria.

 

Nell’ottobre del 1840, una delegazione francese venne a Sant’Elena per prendere in consegna le spoglie dell’Imperatore. Disseppellirono la bara e la riaprirono davanti a numerosi testimoni, tra i quali molti di quelli che erano stati presenti durante la sua sepoltura. Quello che videro era molto diverso da quello che si aspettavano. Le fonti ci raccontano che il cadavere era in perfetto stato di conservazione e aveva una posizione diversa. I stivali erano rotti e senza speroni, e ai piedi non c’erano le calze. Le decorazioni e le medaglie erano discordanti. I vasi non erano più negli angoli inferiori della bara, ma tra le gambe dell’Imperatore. Sul volto e sul cranio c’erano barba e lunghi capelli, tanto che alcuni ufficiali e medici che parteciparono al trasporto della salma presero per se svariate ciocche della capigliatura, una di queste lunga addirittura otto centimetri. Napoleone era stato rasato al momento della sua morte, ed è difficile immaginare che un cadavere possa avere una ricrescita dei capelli di svariati centimetri. Eppure il corpo riesumato nel 1840 ne aveva in abbondanza. Secondo alcuni testimoni, anche ad occhio nudo questi capelli erano inoltre visibilmente diversi da quelli di Napoleone. Consideriamo che, a quel tempo, era pratica comune inviare, alle persone care e agli ammiratori, delle ciocche di capelli insieme alle lettere, non avendo a disposizione le moderne fotografie. Altro elemento discordante è che il cadavere riesumato aveva le gambe leggermente piegate, come se la bara fosse troppo corta, mentre originariamente, nel 1821, le gambe erano perfettamente distese. Infine, particolare molto significativo, le bare erano quattro e non tre come avevamo descritto. Quindi tutti i documenti relativi al trasporto della salma di Napoleone a Parigi divergono da quelli redatti 19 anni prima. Altro mistero viene alimentato dalle maschere funerarie. La maschera ufficiale, realizzata dal suo ultimo medico a Sant’Elena, ci fa apparire un Napoleone diverso da quello che conosciamo. Prima di morire era diventato un uomo grasso, con il viso provato e segnato, che dimostrava più dei suoi 51 anni. Eppure questa maschera ci presenta un uomo più giovane e più magro. Curiosamente, una maschera mortuaria conservata a Londra, ci rappresenta un Napoleone molto vicino a quello che ci saremo aspettati.

 

Questi sono gli elementi del mistero. Aspettando che venga risolto, magari utilizzando moderne tecniche di DNA, dovremo continuare a domandarci: dove è seppellito veramente Napoleone Bonaparte?