MIOCARDITI VIRALI E VACCINI COV-19

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miocarditi virali
miocarditi virali
Dottor Professor
Aldo Ercoli

La task force OMS/ISFC ha cosi classificato le miocardiopatie:
1) quella da cause sconosciute (m. dilatativa; m. ipertrofica; m. restrittiva);
2) quelle da malattie specifiche (infettive, metaboliche; da malattie sistemiche; da ipersensibilità; da tossici, eredofamiliari).

L’argomento relativo alle miocardiopatie che sto affrontando riguarda il secondo gruppo, ossia quelle da malattie specifiche da cause infettive e da ipersensibilità. La maggior parte dei casi di miocardite infettiva viene attribuita ad un infezione virale (miocardite virale). I virus più frequenti sono gli enterovirus, in particolare i sierotipi del gruppo B dei Coxsackie virus, gli adenovirus, i parvovirus B19, il virus dell’epatite, l’HIV ed il citomegalovirus.
Qual è la patogenesi della miocardite virale? Si ritiene che all’inizio vi sia un’invasione virale sulle cellule cardiache (viremia attiva) a cui fa seguito una risposta immunitaria anticorpale (braccio umorale) e/o linfo – monocitario (braccio cellulare) oppure di entrambe. Ora va detto che, pur essendo le manifestazioni cliniche della miocardite le più variabili possibili, la stragrande maggioranza dei pazienti è completamente asintomatica oppure si ha un rialzo, anche elevato, febbrile con una sindrome simil influenzale. Solo alcuni pazienti accusano un dolore toracico con caratteristiche tipo angina pectoris. In rari casi si può anche avere sincope con arresto cardiaco e morte improvvisa, se non si interviene rapidamente (massaggio cardiaco, defibrillatore).
Come documentare la miocardiopatia infettiva? La conferma ci viene data da un aumento di quattro volte del titolo IgG in un periodo di 4-6 settimane. Dopo un’infezione virale (nel caso specifico da coronavirus) oppure anche dopo una vaccinazione anti Cov-19 sarebbe opportuno, anche nei pazienti senza sintomi, richiede il CPK /MB. Secondo l’Hurst (Il cuore 2001) un aumento del CPK/MB si osserva nel 12% dei pazienti affetti da miocardiopatia infettiva virale. Secondo invece l’Harrison (principi di medicina Interna. (2005) la percentuale della CK/MB è molto più alta. Ciò in assenza di un infarto del miocardio acuto. I titoli anticorpali antivirali possono aumentare durante, come detto, nelle settimane successive. Riguardo alle vaccinazioni anti Cov-19, ed in particolare per i vaccini m/RNA, si è molto parlato (anche se dati certi dagli Usa non ci sono pervenuti) di miocarditi quale complicanze vaccinale. Ciò dovrebbe valere però anche per i vaccini con vettore virale (adenovirus), quale conseguenza di uno stato di ipersensibilità, sia in soggetti asintomatici o con solo rialzo febbrile postvaccinale. No sarebbe il caso di eseguire, in questi casi, il CPK/MB?