“MAZZETTE” PER OTTENERE LA FIRMA SU ALCUNE DELIBERE

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TSUNAMI DELLA PROCURA SUL COMUNE DI SANTA MARINELLA. NELL’ELENCO ANCHE IL VICESINDACO ANDREA BIANCHI CHE SI È DIMESSO.

Cinque indagati, un vero e proprio terremoto che si è abbattuto sul comune di Santa Marinella. Il fascicolo per corruzione aperto dal sostituto procuratore, Roberto Savelli, ha dato il là a varie perquisizioni e sequestri che hanno scosso la città negli ultimi giorni. Nel registro degli indagati appunto ci sono finiti politici, a cominciare dal vicesindaco, Andrea Bianchi, proseguendo con i consiglieri comunali Fabrizio Fronti e Roberto Angeletti, per finire con Giuseppe Salomone, geometra dell’Ufficio urbanistica del comune di Santa Marinella con esperienza svariati anni anche a Cerveteri. Il quinto soggetto è Fabio Quartieri, amministratore di alcune società a Santa Severa che si riferiscono al settore della ricettività alberghiera e della ristorazione.

Per la Procura della Repubblica di Civitavecchia, che ha spedito i carabinieri della Compagnia di via da Sangallo e quelli della stazione locale di Santa Severa per gli accertamenti del caso e per acquisire, come accade in questi casi, tutta la documentazione che si trovava negli archivi dell’ufficio urbanistica, sotto i riflettori ci sarebbe la nota attività “Isola del Pescatore”, e una sua parziale demolizione; altre attività legate a una struttura sportiva gestita da una Srl e anche di tipo immobiliare con il cambio di destinazione d’uso di alcune parti della struttura alberghiera “Pino a mare”, di cui l’imprenditore Quartieri risulta uno dei titolari. L’ipotesi di reato è corruzione, anche se naturalmente la storia è tutta da accertare (e la presunzione di innocenza si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, in base al quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”).

Inevitabilmente sono arrivate le prime decisioni politiche. Il vicesindaco Bianchi ha deciso di rassegnare le dimissioni, precedendo forse una mossa obbligata a cui probabilmente lo avrebbe poi spinto il primo cittadino, Pietro Tidei. Lo stesso Bianchi lo ha spiegato pubblicamente: «L’ho fatto per coerenza politica e per meglio consentire l’esercizio dell’attività amministrativa della giunta del Comune dove vivo – ha scritto lui stesso – nella certezza che presto sarà chiarita questa vicenda che mi vede totalmente estraneo. Continuerò la mia attività lavorativa, non sottraendomi – all’abbraccio dei miei concittadini e concentrandomi sulla migliore e doverosa difesa certo che la Magistratura chiarirà ogni aspetto di questa assurda vicenda, tutelerò la mia persona, nonché la mia figura pubblica e professionale, in ogni sede».

Come sospetterebbero sempre gli inquirenti, l’imprenditore per far approvare delle delibere comunali per i suoi progetti, sarebbe stato disposto a sborsare una cifra di circa centomila euro. E gli investigatori, proprio per seguire questo filone dei soldi, avrebbero iniziato a risalire ai messaggi sui telefonini dei soggetti coinvolti. Dopo il sequestro degli smartphone, la Procura ha dato incarico al perito tecnico Andrea Mandarino, di visionare i cellulari, oltre che i computer per scandagliare a fondo mail e messaggi. Parola alla difesa che si è pronunciata come riportato da Stefano Pettinari de “Il Messaggero” che ha seguito attentamente il caso e che ha parlato con alcuni avvocati delle persone travolte dalle indagini. «Solo un’indagine esplorativa – è la replica dell’avvocato di Quartieri, Salvino Mondello – avviata dalla Procura di Civitavecchia che nei provvedimenti emessi non fa mai alcun rifermento a elargizioni di somme con cifre a cinque zeri, né tantomeno di tangenti.

Le ipotesi formulate dalla Procura, che giustamente sta svolgendo il suo ruolo investigativo e che riguardano un’inchiesta che si è svolta in un periodo molto breve, dal dicembre del 2021 allo scorso mese di febbraio, parlano di presunte regalie che avrebbero dovuto indurre i consiglieri e l’assessore a redigere e approvare alcune delibere che avrebbero dovuto agevolare o archiviare dei procedimenti amministrativi ancora in essere che riguardano proprio le attività del mio assistito. Poiché non esistono atti e non sono mai state redatte delibere che possano suffragare tale ipotesi, siamo certi di poter dimostrare che non c’è mai stato alcun tentativo di corruzione».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato Paolo Tagliaferri, legale del vice sindaco Andrea Bianchi. «Le ipotesi accusatorie – dice – almeno da quanto si legge nel decreto di perquisizione, sono alquanto generiche. In ogni caso il vice sindaco si è già dimesso per mettersi a disposizione della magistratura al fine di poter chiarire la sua posizione, che è del tutto estranea ai fatti che gli vengono contestati».