Come i media raccontano la violenza sulle donneLunedì 21 novembre, il Conservatorio Santa Cecilia di Roma propone un evento speciale dedicato a come i media affrontano il tema della violenza sulle donne. In scena alle ore 18, nella Sala Accademica di via dei Greci, Marina Senesi in DOPPIO TAGLIO.
Lo spettacolo di Marina Senesi e Cristina Gamberi, diretto da Lucia Vasini, si avvale delle musiche originali di Tanita Tikaram e delle voci fuori campo di Filippo Solibello e Marco Ardemagni (Caterpillar Radio2). Realizzato con l’adesione dell’Ordine dei Giornalisti e il Patrocinio Pari Opportunità Rai, dopo il successo per l’apertura del FestivalFilosofia di Modena il 16 settembre, è ora in tournée nazionale. Prossime date: 24 nov. Trento (Brentonico), 25 nov. Pavia, 26 nov. Lecco, 28 nov. Lucca, 29 e 30 nov. Teatro Archivolto di Genova.
Circondata dai ‘ri-tagli’ di giornale, che accompagnano in proiezione tutto il racconto, Marina Senesi scopre insieme a noi come il ‘taglio’ scelto dai media, nella composizione di una fotografia o di un titolo, possa trasformare anche la più sincera condanna della violenza in un’arma a ‘doppio taglio’. “Nelle immagini che accompagnano articoli e campagne pubblicitarie il carnefice è assente, oppure è un’ ombra. Paradossalmente proteggiamo l’immagine di lui!” – dichiara – “Mentre la vittima è sempre esposta allo sguardo. Inerme. Con i segni della violenza in evidenza. Una donna che si vede rappresentata così è incentivata alla denuncia? Nella maggior parte dei casi, la foto proposta ritrae la donna in soggettiva, cioè come se l’aggressore fosse di fronte a lei, e tutti noi con lui. Guardiamo la vittima dalla stessa visuale del suo aggressore. Perché dovrebbe fidarsi, se sa che non stiamo dalla sua parte?”
Marina Senesi è un’attrice/autrice che si è sempre distinta per la capacità di fondere in un’unica cifra la forza dell’ impegno e il gioco dell’ironia (molti ricorderanno il suo spettacolo di teatro civile La Vacanza, patrocinato dalPremio Ilaria Alpi, le sue campagne per Caterpillar–Radio2Rai e per l’associazione LIBERA contro le mafie). Cristina Gamberi è dottore di ricerca in Studi di Genere all’Università di Napoli Federico II. Insieme al Progetto Alice è ideatrice di percorsi formativi nelle scuole sull’educazione al genere e sulla violenza contro le donne. Dal loro incontro è nata l’idea di riadattare per il palcoscenico una ricerca accademica della Gamberi, decostruendo l’impianto lessicale e iconografico degli articoli diffusi su stampa e web, per interpretare il taglio comunicativo che i media applicano (più o meno involontariamente ) nel descrivere l’uccisione di una donna per mano del proprio uomo. Tutto questo, elaborato in una narrazione semplice ed immediata, capace di interessare, incuriosire e sorprendere.
L’originalità e la forza di questa proposta hanno immediatamente convinto altre due artiste d’eccezione: Lucia Vasini, che firma la regia, e la cantautrice inglese Tanita Tikaram (la voce calda e sensuale di “Twist In My Sobritety” – indimenticabile hit – tornata a incantare il pubblico internazionale con il suo ultimo lavoro, “Can’t Go back”), che regala allo spettacolo il suo sound intriso di folk e sophisti-pop. Con loro, scopriamo come la cronaca raramente si sottragga – anche oggi – alla regola di una tradizione letteraria volta ad alleggerire la responsabilità dell’aggressore quando si ritiene che la donna abbia varcato i confini imposti al suo genere.
“Quando Marina mi ha coinvolto in questo progetto” – racconta Lucia Vasini – “ho immediatamente detto di sì per l’entusiasmo e la sincerità che la contraddistingue in ogni viaggio all’interno del teatro civile. Quando una sera dopo le prove mi ha telefonato a casa per dirmi: ‘Andiamo a Londra domani, a incontrare Tanita Tikaram?’, ho detto subito di sì senza pensare a nient’altro se non alla voce magica di questa grande musicista. L’’incontro con Tanita è stato veloce (due ore), giusto il tempo della colazione nel centro della città. Ma in quelle due ore il tempo si è dilatato come succede durante veri incontri. …E le note di regia vorrei fossero proprio le parole di Tanita, formulate in un divertente italiano, attraverso una domanda diretta a Marina mentre velocemente raggiungevamo la metropolitana per il ritorno a Milano: ‘Marina, io non credo che il tuo racconto urli aggressivo, vero?’ Ci siamo guardate e intese: ‘No,no!’, abbiamo risposto in coro.”
INFO:
www.marinasenesi.it