MANGIA, LAVORA, PREGA E…PIANTA ALBERI!

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equilibrio

Come ammoniva il poeta americano R.Jeffers : “Integrità e totalità. La più grande bellezza è totalità organica, la totalità della vita e delle cose, la divina bellezza dell’Universo. Ama questo, non l’uomo separato da questo, altrimenti condividerai le pietose confusioni dell’uomo, o sprofonderai nella disperazione quando i suoi giorni s’oscureranno”.

Valentino Valentini: « Questa che stiamo vivendo è l’estate più terrificante di sempre: impotenti, stiamo assistendo ad una nutrita serie di disastri naturali e proprio qui da noi, nel nostro Paese. Da nord fino all’estremo sud si susseguono alluvioni, incendi, frane, biodiversità che va in fumo, con costi ambientali, umani ed economici enormi. Come prima e più di prima i signori politici riempiono i loro discorsi di “green”, “sostenibilità ambientale” e “transizione ecologica”, ma intanto il “macello” continua indisturbato, le centrali a carbone continuano la loro attività, gli oleodotti pompano petrolio, per non parlare delle trivelle che ancor oggi lavorano con incessanti estrazioni di greggio e di gas fossile.

Da recenti indagini risulta che dal 2013 al 2019 il danno economico per l’Italia, provocato peraltro dagli eventi estremi già descritti, è stato pari a ben 20,3 miliardi di euro: lo sapevate che quasi il 90% dei Comuni italiani resta a rischio frane o alluvioni, la sa chi si candidi alle prossime amministrative? E noi? E noi, comuni cittadini, continuiamo la nostra vita di sempre nel bel mezzo di questo “fallimento”, un fallimento del resto già annunciato da tempo da scienziati di portata nazionale e mondiale. 

Chiunque abbia letto o conosciuto la vita di un popolo tradizionale o “primitivo”, sa bene che i concetti di “armonia” o “equilibrio” erano considerati fondamentali o “cruciali” del mondo vivente e del cosmo. Anche Linneo, naturalista insigne, riteneva che il nostro mondo manifestasse chiaramente equilibrio e armonia; così anche più recentemente, negli anni quaranta, molti esponenti della scuola ecologica di Chicago accettavano il principio di “equilibrio” della natura : ma durante quegli stessi anni questi principi furono opportunamente screditati da parte di altri biologi e sociologi, mettendo in discussione i conclamati fondamenti di ecologia che la successione ecologica porta ad un “climax” ( = ecosistema giunto a maturità), che il tutto è molto di più che la somma delle parti, e che la complessità è fonte di stabilità. Così A.R. Wallace, proprio colui che formulò il principio dell’evoluzione per selezione naturale come C. Darwin, e indipendentemente da lui, affermò che il verificarsi di diversi tipi di “discontinuità ecologiche” rendevano assurdo il principio di equilibrio della natura : “in certe aree alcun specie escludono tutte le altre, dov’è l’equilibrio?

Stessa “musica” per l’ecologo inglese C. Elton, per il fatto che le specie venissero costantemente estinte. Nel suo “Il Tao dell’Ecologia”, E. Goldsmith però osserva che questi sono tutti argomenti che non tengono conto del fatto che, in un ecosistema climax, tutto concorre a minimizzare l’incidenza e la gravità di tali discontinuità e che il loro verificarsi indica invece che un ecosistema è ancora in uno stato “pioneristico”, oppure che è stato ridotto ad uno stato “disclimax” da un agente esterno, come è avvenuto a causa del grande meteorite che portò l’estinzione dei dinosauri, e sta avvenendo attualmente a causa dell’uomo moderno! Ne consegue così, specie per chi abbia incrollabile fede nella “bontà” della Natura, che il verificarsi di estesi incendi, disastrose alluvioni, frane ed altri flagelli cui stiamo assistendo – cari signori politici, sindaci, assessori o anche consiglieri che siate o state per diventare – piuttosto che fornire la prova che non esiste equilibrio della natura, al contrario deve essere considerato come parte del durissimo prezzo che dobbiamo pagare per aver sconvolto tale equilibrio cruciale, consapevolmente o meno! Tutti i sistemi viventi, infatti, scrive Goldsmith, hanno una struttura cruciale; così, per esempio, la struttura di ogni organismo vivente: i suoi vari fluidi corporei devono avere la composizione chimica e biologica “normale”, altrimenti che senso avrebbero gli esami di laboratorio che ci prescrive il nostro medico di base? E se ogni organismo vivente, semplice o complesso che sia, ha una struttura cruciale, tanto più devono averla gli ecosistemi. Essi devono essere formati da piante che siano capaci, a mezzo della fotosintesi, di mobilitare l’energia del sole, da erbivori che possono cibarsi delle piante, da predatori che possano cibarsi degli erbivori ( esercitando, peraltro, controlli quantitativi e qualitativi sulle loro popolazioni… anche questo fa parte dell’equilibrio!), e da decompositori capaci di decomporre le sostanze biologiche nei loro componenti, che serviranno poi da “materie prime” per la perpetuazione dell’intero ciclo della vita su questo nostro “Pianeta delle meraviglie”.

La stessa “ecosfera”, cioè la biosfera insieme al suo sostrato geologico (litosfera) e il suo ambiente atmosferico, deve, per le stesse ragioni, possedere un ordine o equilibrio cruciale. La sua percentuale di ossigeno, tanto per fare un esempio, è cruciale: se fosse troppo bassa non potremmo respirare, se troppo alta, invece, l’atmosfera terrestre diventerebbe tanto “comburente” che basterebbe una piccola scintilla per provocare – pensate – serie infinite d’incendi incontrollabili. Ma è cruciale anche la sua percentuale di anidride carbonica, e sotto questo aspetto è proprio questo il terribile errore che stiamo commettendo : se fosse troppo bassa la Terra sarebbe troppo fredda, se troppo alta la sua temperatura supererebbe quella che la maggior parte delle forme di vita possono sopportare, e sta già avvenendo, purtroppo, nella pericolosa illusione che comunque noi siamo “sapiens” e ce la sapremo comunque cavare col nostro impero tecnologico. In una società tradizionale o “vernacolare”, come ce la descrive Goldsmith, quest’ordine o equilibrio cruciale della vita e del cosmo era sacro, e violarlo avrebbe potuto portare alle più temibili calamità.

Oggi più che mai la massima priorità dell’umanità penso non siano le conquiste spaziali o un illusorio, infinito progresso nel benessere economico, quanto un coordinato sforzo di ragionevolezza per reintegrarci nel mondo naturale, al fine d’avere finalmente contezza, da veri “sapiens”, dell’armonia e dell’equilibrio del mondo e l’unità di tutte le forme viventi, uomo compreso: la sola strategia di sopravvivenza che l’umanità dovrà assolutamente adottare». 

Valentino Valentini