Gli esami di laboratorio e strumentali sono oggi divenuti sempre più importanti ai fini della diagnosi di una patologia.
Certamente è sulla scorta di questa che verranno richiesti limitandoli al “sospetto e orientamento diagnostico” e non “sparati a casaccio”. Ciò per evitare spese inutili sia a cario del S.S.N. che del paziente (anche come ticket). Parlo oggi delle febbri di natura ignota: infezioni, neoplasie, malattie, malattie del collagene, altre cause eterogenee (farmaci, m. di Chron, rettocolite ulcerosa, diverticolite, sarcoidosi) oppure, seppur raramente, non diagnosticate.
Qual’ è l’approccio clinico in questi casi? Come al solito un interrogatorio ad ampio spettro (anamnesi accurata) seguita da una visita medica completa (esame obiettivo): neurologica, es. orofaringe, collo, cute, linfonodi, cuore, polmoni, apparato muscoloscheletrico ed osteoarticolare, fegato, milza, masse e zone resistenti addominali, esplorazione rettale e visita ginecologica. Se la febbre è ignota ci vuole tempo per scoprirla. Un semplice assistente del San Filippo Neri, agli inizi degli anni 70, il dottor Guerrieri, passava ore intere al letto del malato. Per me studente in medicina era un piacere vederlo in azione. Ti rigirava il paziente “come un calzino”. La stessa sensazione la ebbi, una decina di anni dopo, quando, già medico, ascoltavo l’interrogatorio cardiologico del dottor Boccadamo. A me sembrava più un commissario di polizia che un sanitario. Ben diverso, sempre nello stesso Ospedale, l’approccio semitaciturno ma competente e attivo del prof. D’Ambrosio, primario del reparto di broncopneumologia, oppure quello più strafottente e invasivo del prof. Pistolese, primario cardiologo, di una competenza unica (venivano studenti da ogni dove per imparare da lui). Al bando i ricordi.
Torno sugli esami ematochimici delle malattie infettive. Esame emacrocitometrico, studio della funzionalità epatica, renale e tiroidea, sideremia, ves, pcr, uricemia, calcemia, potassiemia, esame urine con eventuale coltura più antibiogramma, reuma test, esame parassitologico delle feci. Talora sono necessarie ricerche più approfondite da eseguire specie in ospedale: emocoltura; biopsia dei linfonodi, epatica, di noduli cutanei; prove cutanee per antigeni fungini; ricerche sierologiche per LUE, rickettiosi, toxoplasmosi, malattia del legionario, brucellosi (febbre maltese), virus di Epstein Barr (Mono test per mononucleosi), anticorpi anti hiv, ana, ama, asma,Lkd.
Può poi essere dimenticato un semplice rx del torace? Né vanno trascurate le ecografie dell’addome superiore (fegato, pancreas, reni, milza) ed inferiori (organi pelvici). Solo in casi di vero sospetto diagnostico si può ricorrere alla TAC o alla RMN.
Quali sono le malattie che più frequentemente ci danno ipertermia? Credo che siano quelle virali (sindrome influenzale e parainfluenzali, mononucleosi) seguite da quelle batteriche sia dovute a gram + o gram- (dall’ascesso alla colecistite, dalla faringite alla bronchite, dalla sinusite alla pielonefrite etc). Poi quelle parassitarie, neoplastiche, connettivopatiche etc. La mia è solo una classifica personale, alquanto parziale e certamente lacunosa: infarto del miocardio, embolie polmonari, tbc, malaria, leptospirosi, borelliosi …
Quello che inoltre deve essere sottolineato a chiare note è la nozione che “senza diagnosi non bisognerebbe attuare una terapia antibiotica” anche se sono del parere che un tentativo terapeutico può essere giustificato qualora vi siano indizi a favore di una determinata eziologia. La febbre nella tubercolosi? E’ un argomento che, anche come broncopneumologo, mi sta particolarmente a cuore perché dopo un netta riduzione in passato sta riprendendo quota contemporaneamente al degrado delle aree urbane, all’immigrazione, alla spaccio di droga, all’insorgenza dell’AIDS. Mentre il complesso primario della tbc si manifesta con spossatezza, un appetenza, febbricola, tosse (più raramente febbre alta, eritema nodoso, dolore alle ossa e linfonodi ilari anche giganti), la tbc miliare è quella più eclatante (febbre alta, sudorazione, affanno, tachicardia). La tbc nodulare si presenta con astenia, anoressia, febbricola, e deperimento organico. Poi seguono febbre alta, emoftoe (catarro con sangue), dolori toracici. Si può guarire con la chemioantibioticoterapia oppure, se non curata, andare incontro a caverne polmonari che, se multiple, portano verso un quadro di TBC cronica fibro-ulcero- caseosa.
Come fare diagnosi? E’ importante trovare il micobatterio (es. dell’espettorato, dell’apparato gastrico etc) ma anche il test alla tubercolina (Mantoux, multi test) non va trascurato.