NEL NUOVO LIBRO DI PECCHIOLI LA GRANDE SFIDA DEL FUTURO: LA LOTTA TRA CHI SOSTIENE L’AVANZAMENTO TECNOLOGICO ILLIMITATO E CHI CHIEDE LIMITI CHE NON VALICHINO IL RISPETTO DELLA PERSONA E DELLA NATURA
di Maurizio Martucci
Dopo l’inchiesta ficcante sulla Open Society del filantropo-magnate George Soros, il saggista Roberto Pecchioli torna in libreria con L’Uomo Transumano. La fine dell’umanità, edito da Arianna Editrice. Un libro ben argomentato e colmo di citazioni storiche e filosofiche, che spinge il lettore alla comprensione della decostruzione dell’umano per la creazione dell’ibrido-cyborg nell’agenda transumanista pianificata per spingere la specie in una condizione non umana, anzi… post-umana.
Le nuove tecnologie, la transizione digitale, la cibernetica, in realtà servono a questo. L’uomo QR, robot, androidi e nanobot, Internet dei corpi, i bambini virtuali del Metaverso e il Manifesto dei Cyborg tra Intelligenza artificiale e progetti di ingegneria sociale: Pecchioli traccia una linea di demarcazione tra i prima e il futuro che non c’era, spiegando come tutto quanto di tecnologico ci viene propinato per il nostro bene, in realtà sia funzionale al grande attacco contro il vivente e la vita naturale degli esseri umani.
Siamo alle fasi iniziali della sfida decisiva del futuro: la lotta tra chi sostiene l’avanzamento tecnologico illimitato, chiamato tout court progresso per impedire il dibattito, e chi è convinto che servano limiti ‒ morali, politici, materiali ‒ e che il limite invalicabile sia quello del rispetto della natura e della persona umana.
Il terreno di scontro è la biopolitica, fattasi biocrazia, controllo e dominio della vita, del corpo, del pensiero. «Con il supporto decisivo della scienza e della tecnica, che hanno emarginato l’etica e lo spirito, il tragitto è compiuto. Non ci chiediamo più se qualcosa è bene o male, giusto o sbagliato, ma se è tecnicamente possibile, fattibile e profittevole».
Come si stabilirà che cosa introdurre nel nostro organismo per ridisegnarlo, modificarlo, ibridarlo con la macchina?
Che ne sarà del nostro cervello, del libero arbitrio?
Come vivremo, che cosa mangeremo?
Prodotti naturali o artificiali?
Diventeremo OGM umani, organismi geneticamente modificati?
Che cosa significheranno uomo, persona, mente, libertà?
«Restare umani, ecco l’obiettivo. O forse, ritornare umani.
Questa è la madre di tutte le battaglie e dobbiamo prendere atto che si tratta di una guerra innanzitutto spirituale. Dobbiamo contrapporre l’amore per l’uomo e la vita al gelido cinismo di oligarchi egolatrici e senz’anima. Non si vince contro i padroni universali, detentori di tecnologie dall’inusitata, illimitata potenza, ponendosi sullo stesso piano materiale, strumentale».
ELETTROSMOG, APPELLO DI MEDICI PER L’AMBIENTE: “CHE SIANO MANTENUTI I VALORI ATTUALI PER PRINCIPIO DI PRECAUZIONE”. MA CONFINDUSTRIA LI ALZA DAL 29 FEBBRAIO
L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE), principale associazione italiana di medici che si occupano della correlazione tra fattori ambientali e salute umana, è tornata ad esprimere le proprie preoccupazioni in merito all’approvazione dell’articolo 10 del DDL Concorrenza che prevede l’innalzamento dell’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza da 6 a 15 V/m(volt/metro).
L’associazione rammenta che la “relazione tra l’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza e l’insorgenza di tumori del sistema nervoso centrale e periferico, è corroborata da un rilevante numero di pubblicazioni scientifiche adeguate”. Tra gli effetti avversi associati all’esposizione a CEMRF rilevati dagli studi, oltre alle patologie tumorali, ci sono anche effetti riproduttivi, neurologici, metabolici nonché psichiatrici: fenomeni di dipendenza, disturbi comportamentali, depressione e disturbo del sonno per uso eccessivo del telefono cellulare.
“Tenendo conto che tutte le compagnie telefoniche operanti in Italia sono straniere, non c’è neppure alcun ritorno economico favorevole per lo Stato, ma viene invece messa in pericolo la salute dei cittadini italiani”. In conclusione ISDE ribadisce che “dal punto di vista del rischio sanitario nessuno allo stato attuale è in grado di indicare un limite al di sotto del quale sicuramente non si osserva alcun rischio. [..]
E’ necessario e ragionevole adottare il limite “più basso possibile” (quello esistente di 6 V/m) investendo in soluzioni tecnologiche in grado di garantire basse emissioni e proseguire con gli studi e i monitoraggi”. Incurante dell’appello dei Medici per l’Ambiente, la sezione di Bergamo di Confindustria (che all’interno racchiude ASSTEL, il ramo delle telecomunicazioni) fregandosene dell’iter previsto della legge quadro e richiamato nella legge approvata prima di Capodanno (cioé 120 giorni poi DPCM Meloni entro Maggio), ha deciso che dal 29 Febbraio 2024 “vengano adeguati i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità relativi all’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici generati da sorgenti fisse (impianti di telecomunicazioni).”
Fonte: Oasisana.com