La gratitudine è divenuto un valore raro in quanto fondato sulla effimera memoria del bene ricevuto.
di Antonio Calicchio
“Gratus animus virtus est non solum maxima, sed etiam mater virtutum omnium reliquarum” (M. T. Cicerone).
La gratitudine è non solo la più grande delle virtù, ma la madre di tutte le altre. Purtroppo, la memoria umana si esercita spessissimo nel mostrare ingratitudine nei confronti di chi ha operato del bene. Forse perché, sul piano psicologico, l’uomo vuole dimenticare i momenti difficili e duri in cui si è trovato e pensa di rimuoverli, annullando il debito di riconoscenza verso colui o coloro che, quando aveva bisogno, di giorno o di notte, è stato o sono stati accanto a lui o ai suoi familiari.
Ricordarsi del bene ricevuto vuol dire volontà di contraccambiare, secondo le proprie possibilità ovviamente, anche con un semplice sentimento di gratitudine. Vuol dire saper pronunciare la parola “Grazie”, senza dare mai niente per scontato, imparando ad essere grati. L’esempio promana da San Francesco, col suo Cantico, in cui egli ha reso grazie a Dio per e con tutte le sue creature, inclusi il male e la morte.
Occorre, dunque, imparare a praticare la gratitudine quotidianamente, per i benefici ottenuti, anche i più piccoli o banali. E solamente così si è capaci di apprezzare ogni attimo dell’esistenza.
In tal senso, la fiaba, dei fratelli Grimm, della “Spiga”, è emblematica, laddove narra che la donna, la quale spreca le spighe di grano per pulire l’abito del figlio, dimostra di non saper riconoscere l’importanza del valore del dono col quale, in quel caso, il Signore provvede alle sue creature. La quale Fiaba evidenzia una “morale” riassumibile in un fondamentale concetto, e cioè che l’uomo, assai di frequente, dopo aver avuto un favore, grande o minuscolo che sia, ignora o, perfino, disprezza ed oltraggia chi lo ha aiutato nelle situazioni ardue e complicate della vita, personale, familiare o lavorativa.
Per questa essenziale ragione, il 21 settembre, si celebra, internazionalmente, la Giornata Mondiale della Gratitudine, ideata, nel 1965, dal filosofo Sri Chinmoy, e festeggiata ufficialmente, dal 1977, ossia da quando si tenne, per la prima volta, presso la sede dell’ONU, a New York.