CROLLANO I FALSI POSITIVI.
Non bisogna fare affidamento solo sui risultati dei test Pcr per rilevare il virus. Lo afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità nella guida aggiornata pubblicata il 20 gennaio, secondo la quale gli esperti di laboratorio e gli operatori sanitari dovrebbero anche considerare la storia del paziente e i fattori di rischio epidemiologico insieme al test PCR nella diagnosi del virus. Le nuove indicazioni potrebbero portare a un numero inferiore di casi giornalieri. “La maggior parte dei test PCR sono indicati come ausilio per la diagnosi, pertanto, gli operatori sanitari devono considerare qualsiasi risultato in combinazione con la tempistica del campionamento, il tipo di campione, le specifiche del test, le osservazioni cliniche, la storia del paziente, lo stato confermato di eventuali contatti e le informazioni epidemiologiche”, si legge dalla guida.
Gli scienziati hanno spesso sollevato preoccupazioni per un eccessivo affidamento e un uso improprio del test PCR come strumento diagnostico poiché non può distinguere tra un virus infettivo vivo da un frammento di virus inattivato che non è infettivo. Inoltre, i valori di soglia del ciclo elevato della maggior parte dei test PCR, a 40 cicli o più, aumentano il rischio di falsi positivi. Un valore di soglia più alto indica una minore carica virale e che la persona ha meno probabilità di essere infettiva, mentre una persona con un valore di soglia del ciclo inferiore ha una carica virale più alta o è più contagiosa.
Qui di seguito uno stralcio dal sito dell’OMS: «La Guida dell’OMS Il test diagnostico per SARS- CoV-2 afferma che è necessaria un’attenta interpretazione dei risultati deboli positivi. La soglia del ciclo (Ct) necessaria per rilevare il virus è inversamente proporzionale alla carica virale del paziente. Se i risultati del test non corrispondono alla presentazione clinica, è necessario prelevare un nuovo campione e riesaminarlo utilizzando la stessa tecnologia NAT o una diversa. L’OMS ricorda che la prevalenza della malattia altera il valore predittivo dei risultati dei test; al diminuire della prevalenza della malattia, aumenta il rischio di falsi positivi. Ciò significa che la probabilità che una persona che ha un risultato positivo (SARS- CoV-2 rilevata) sia veramente infettata da SARS- CoV-2 diminuisce al diminuire della prevalenza, indipendentemente dalla specificità dichiarata».