L’OMEOPATIA NON E’ “ACQUA FRESCA”

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omeopatia

Che l’omeopatia, basata sul concetto del simile che cura il simile introdotto da S. Hanheman, sia stata considerata dalla comunità scientifica internazionale inefficace, pari al placebo, non mi sorprende visti i tempi che corrono.

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Dottor Professor
Aldo Ercoli

L’omeopatia rappresenta invece l’altra faccia della medicina, quelle delle dosi infinitesimali di una sostanza (proveniente da uno dei tre mondi: animale, vegetale, minerale) sciolta nell’acqua e sottoposta a diluizione e dinamizzazione. Una sostanza che a forte concentrazione provoca un quadro patogenetico può essere curata dalla stessa se somministrata in dosi piccolissime, appunto infinitesimali. Questo trattamento beninteso, non cura ne tanto guarisce tutte le malattie. Non cura ne il cancro, ne fa ricrescere i capelli … Come la medicina tradizionale, allopatica, ha dei limiti ben precisi perché tutto dipende dalla “forza vitale” (ossia il nostro sistema immunitario) e dalla genetica individuale. Che sia stata messa all’angolo e squalificata dalla “scienza attuale” può essere frutto di peculiari interessi economici di mercato farmaceutico.

Dopo aver studiato, impiegato e insegnato per più di 30 anni l’omeopatia non posso accettare che sia considerata “acqua fresca”. E’ una metodica scientifica complessa difficile da mettere in pratica se non la si conosce bene. Di veri specialisti omeopatici ve ne sono pochi … ma buoni. Se fosse veramente “acqua fresca” non avremmo cosi tanti consumatori di rimedi omeopatici nel mondo. Sarebbe, dopo diversi secoli dalla nascita, già morta. Tutti creduloni, idioti, quelli che si curano con l’omeopatia? Da sempre, nella mia professione, ho parlato di “due lingue” diverse, utili nel curare le malattie. Quella chimico – farmacologica attuale (allopatica) e quelle delle dosi infinitesimali, diluite e dinamizzate (omeopatica).
La prima è settoriale, rivolta a trattare il singolo organo o apparato. La seconda cura la persona in toto (basta individuare il “simillimum” personale, procedimento non affatto semplice), ossia il singolo soggetto che è diverso l’uno dall’altro pur venendo catalogato secondo schemi costituzionali – genetici (carbonico, sulfurico, fosforico, fluorico) e schemi diatesici – genetici (psora, sicosi, tubercolismo, luesinismo). Ripeto che è una pratica alquanto complessa che presuppone conoscenza della materia medica ed esperienza clinico pratica empirica. Ha il vantaggio, rispetto all’allopatia (che tratta il sintomo) di essere innocua, senza effetti collaterali se fallisce. Difficile spiegare il suo meccanismo di azione, contestato e rinnegato dalla scienza ufficiale.
Proverò a spiegarla. L’acqua sana, sorgente di vita, possiede una peculiarità particolare. Secondo Luc Montagner (premio Nobel per la Medicina ed il fisico italiano Emilio Del Giudice) l’acqua ha una sua memoria, ossia è capace di memorizzare sequenze di DNA di sostanza in essa disciolte grazie a segnali elettromagnetici. Da qui le confezioni in commercio (per fortuna non ancora vietate) di monodosi globuli, granuli, gocce, capsule numerate da 1 a 30. In quest’ultimo caso la diluizione è stata millesimale (06 – 0,30 LM). E’ questa l’omeopatia unicista, la più efficace ma anche la più difficile da praticare. Diversa è l’omeopatia complessista (utilizzata per lo più in Germania e Benelux) che impiega più sostanze contemporaneamente, sempre in dosi infinitesimali, al fine di trattare più che la persona in toto quanto l’organo malato (lo stato ansioso, patologie gastroduodenali ed epatiche, osteo – articolari, cutanee, della alte e medie vie respiratorie etc). Diciamo che l’omeopatia complessista è più simile a quella tradizionale con il vantaggio di non avere controindicazioni né provocare effetti collaterali.
Le due metodiche omeopatiche si possono associare specie quando, come sovente avviene, non si riesce ad individuare il “simillimum” del paziente. Nei bambini la ricerca del “simillimum” è meno difficile rispetto agli adulti. Per questo motivo sono più frequenti i pediatri omeopatici.