L’OLANDA NON SI FIDA DEL 5G

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Olanda

IL CONSIGLIO DELLA SANITÀ DEI PAESI BASSI – COMITATO PER I CAMPI ELETTROMAGNETICI (EMV) RACCOMANDA DI EVITARE IL WIRELESS DI QUINTA GENERAZIONE:“I RISCHI PER LA SALUTE NON SONO STATI INDAGATI.

di Maurizio Martucci

Tra burocratichese e cerchiobottismo all’olandese, messo nero su bianco il 2 Settembre 2020 nelle cinque pagine di sommario della relazione consultiva (versione completa attesa per Ottobre), nonostante il Tribunale de L’Aja abbia respinto la richiesta di moratoria nazionale nei Paesi Bassi: “ci sono anche preoccupazioni nella società sulla possibile influenza del 5G sulla salute (…) non è noto a quale livello di esposizione si possano verificare gli effetti e non è anche noto quale sarà l’esposizione per l’uomo dopo l’implementazione dei sistemi 5G. Il consiglio ha quindi esaminato se vi siano indicazioni che i campi elettromagnetici con le frequenze 5G previste abbiano il potenziale per influire negativamente sulla salute”.

Il documento è del Consiglio della sanità dei Paesi Bassi, frutto del Comitato per i campi elettromagnetici (EMV), ha il compito di “seguire da vicino gli sviluppi scientifici, riferire periodicamente su questi sviluppi e rispondere alle richieste di consulenza (…) gli effetti dei campi elettromagnetici e delle radiazioni sulla salute sono diventati un argomento di vivo interesse principalmente a seguito dell’aumento dei telefoni cellulari e di altri dispositivi di telecomunicazione senza fili.”

“EFFETTI SANITARI IGNOTI”
Eseguita la ricerca sperimentale per gli effetti sanitari dall’esposizione alla radiofrequenza di 26 GHz (275 Mhz di spettro, lo scenario di riferimento nello studio è comunque quello di 3G, 4G, 5G), gli olandesi dell’EMV “raccomandano di non utilizzare la banda di frequenze 26 GHz del 5G perché i potenziali rischi per la salute non sono stati indagati.”. E poi, nel passaggio successivo, esperti e tecnici dell’EMV si spingono a scrivere anche che “non si può escludere che l’esposizione ai sensi degli ultimi standard ICNIRP abbia anche il potenziale per influenzare la salute, il comitato raccomanda quindi di adottare un approccio prudente.

L’ITALIA HA INCASSATO 164 MILIONI DEI 6,5 MILIARDI
Tradotto in parole più semplici, in Olanda non si fidano del 5G, delle sue microonde millimetriche e non si fidano neppure dell’ICNIRP. E lo dice un ente pubblico storico e autorevole, fondato nel lontano 1902 in conformità con una legge nazionale, che ha il “compito statutario di fornire al governo e al parlamento consulenza nel campo della salute pubblica e della ricerca sanitaria / sanitaria. È come se il nostro Istituto Superiore di Sanità raccomandasse al Governo e al Ministro della Salute di non utilizzare il 5G nella banda dei 26 Ghz , cioé la frequenza delle controverse onde millimetriche per cui nel 2018 lo Stato da Telecom, Wind Tre, Iliad, Fastweb e Vodafone ha incassato 164 milioni di euro dei 6,5 miliardi introitati per l’asta del 5G senza lo straccio di un parere sanitario preventivo (la banda 26,5-27,5 Ghz è in uso perché disponibile dal 2019, quella dei 3.4-3.6 Ghz non è ora utilizzabile, quella dei 700 Mhz libera dal 1° Luglio 2022).

La clamorosa raccomandazione del Consiglio della sanità dei Paesi Bassi – Comitato per i campi elettromagnetici (EMV) risulta poi ancora più sensazionale se si pensa al fatto che al suo interno figurano pure due pezzi grossi dell’ICNIRP: si tratta del membro effettivo Anke Huss dell’Istituto per le scienze della valutazione dei rischi (Università di Utrecht), e del segretario scientifico Erik van Rongen dell’HealthCouncilde L’Aia. Non solo entrambi membri ICNIRP, ma van Rogen nella discussa Commissione Internazionale per la Protezione dalla Radiazioni Non Ionizzanti ne è persino il vice presidente, erede di Paolo Vecchia che in convegno a Pescara organizzato dal MoVimento 5 Stelle, sull’assenza degli studi per il 5G disse (alla romana) “famo a fidasse“.

ICNIRP UNA COMMISSIONE CON TROPPI CONFLITTI D’INTERESSE
ICNIRP è l’organizzazione scientifica privata non governativa già al centro di numerosi scandali per conflitti d’interessi e legami dei suoi membri con l’industria delle telecomunicazioni: ha sede in Germania e collabora strettamente con la Commissione europea, fornendo soglie agli Stati membri dell’UE di esposizioni sulle radiazioni dei cellulari, wifi, ect. (compresa l’Italia), da cui viene dedotta la presunta non nocività dell’elettrosmog, valutati i soli effetti termici (quindi senza danni biologici per umanità e ambiente) con test negazionisti e metodi desueti, vecchi anche 20 e 30 anni. Tanto che, rispondendo ad un’istanza di un’associazione italiana, il Commissario per la salute e la sicurezza alimentare del Parlamento Europeo di recente ha formalmente annunciato di voler prendere in considerazione anche studi imparziali e quindi slegati dall’ICNIRP, inattendibile persino secondo la clamorosa sentenza della Corte d’Appello di Torino in favore di un cittadino danneggiato da radiofrequenze onde non ionizzanti.

Tanto che gli Europarlamentari verdi MichéleRivasi (Francia,EuropeÉcologie) e KlauseBuchner (Germania, Ökologisch-DemokratischePartei), entrambi del gruppo internazionale Greens/EfA, hanno consegnato a Bruxelles un corposo dossier di 98 pagine con tanto di nomi, cognomi e sigle di associazioni coinvolte, denuncia i legami con strutture militari, l’industria e i clamorosi conflitti di interessi della cosiddetta Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP).

Adesso, ci chiediamo: ma gli olandesi sono diversi dagli italiani? Perché il Consiglio della sanità dei Paesi Bassi – Comitato per i campi elettromagnetici (EMV) raccomanda di non usare il 5G nella bande delle onde millimetriche, chiarendo di non fidarsi dell’ICNIRP, mentre in Italia l’Istituto Superiore di Sanità col Rapporto ISTISAN 19/11 sforna pareri rassicuranti sugli effetti socio-sanitari del 5G, basandosi proprio sull’ICNIRP: Italia e Olanda, chi dice la verità? Chi ha compreso il pericolo e chi invece s’ostina a trasformare la popolazione in cavie umane?