Lo stalking: quando il corteggiamento diventa una gabbia

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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Anche in questo articolo parlo di violenza. Mi preme precisare alcuni concetti:  1) la violenza è un insieme di comportamenti dannosi che una persona agisce verso un’altra persona, la vittima; 2) il comportamento violento si esprime con aggressività verbale e/o fisica verso la vittima e/o verso le persone/cose che la circondano; 3) la violenza può essere continua nel tempo oppure solo episodica ma molto forte; 4) il risultato è che la vittima ha un cambiamento radicale delle sue abitudini di vita, di stile di pensiero nonché delle difficoltà (disturbi del sonno, restrizioni sociali, fobie, ecc.); 5) la persona violenta può essere un uomo ma anche una donna e la vittima può essere un uomo o una donna, adulto/a o bambino/a, anziano/a; i comportamenti violenti, quindi, possono essere agiti da un uomo verso un uomo o verso una donna, oppure agiti da una donna verso una uomo o verso una donna. Detto ciò, in questo articolo parlo di stalking. Lo stalking qualifica una serie di “comportamenti reiterati di tipo persecutorio, realizzati dal soggetto persecutore nei confronti della sua vittima: si tratta di un insieme di condotte vessatorie, sotto forma di minaccia, molestie, atti lesivi continuati e tali da indurre nella persona che subisce un disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di timore; in generale si parla anche di “sindrome del molestatore  assillante” (omissis) la relazione quest’ultima che finisce per condizionare il normale svolgimento della vita quotidiana della vittima, ingenerando nella stessa un continuo stato d’ansia e di paura” (www.diritto24.il sole24ore.com, 10/2012). Lo stalking è, quindi, un in insieme di atti controllanti e minaccianti che una persona (stalker) mette in atto nei confronti di un’altra persona (vittima): molto spesso la vittima dello stalking è una donna e ancora più spesso è la sua ex-partner. Solitamente, quando avviene la rottura della relazione, il futuro stalker sembra accettare la decisione; in breve tempo, però, iniziano continue chiamate, continui messaggi, “appostamenti” e comportamenti controllanti di vario genere molto spesso associati a minacce verso la vittima e/o i suoi famigliari, amici, parenti. Anche diffamare e mettere in circolazione notizie vere o false ma diffamatorie verso la vittima fa parte dello stalking. Lo stalker non necessariamente è una persona con problematiche psichiatriche oppure con un passato di reati. Inoltre lo stalker può essere chiunque, un vicino di casa, un collega ecc. È importante evidenziare che lo stalking è un una serie di comportamenti che, inizialmente, possono essere considerati una sorta di corteggiamento o di attenzioni ma che in breve tempo diventano così eccessivi che limitano la libertà personale della vittima e dei suoi famigliari. I comportamenti possono andare da semplici telefonate o messaggi fino ad arrivare ad appostamenti, sorveglianze, prendere informazioni, ecc. Lo stalker tende a soddisfare le sue esigenze, i suoi interessi e desideri più che guardare ai bisogni dell’altro. Non è la vittima che provoca o che può evitare. Lo stalking non è una dimostrazione d’amore o di ammirazione né lo stalker è innamorato. Indipendentemente dalla serie di comportamenti messi in atto, la vittima presenta un gravo disagio psichico caratterizzato da estrema paura e da perdita della serenità quotidiana. Comunque sia, lo stalking è perseguito penalmente.   24