Da “Sport nell’Italia Antica” – Catalogo e mostra curati da me e ideati da Rita Cosentino.
Gli etruschi condividevano la passione per lo sport con i Greci praticando le stesse discipline, parliamo della corsa, la lotta, il pugilato, il giavellotto, il salto con i pesi chiamati halteres. Mentre i Greci identificavano gli sport con Olimpia (da qui i giochi olimpici) gli Etruschi con i ludi. Infatti, il loro interesse era il gioco, al contrario dei primi, gareggiavano vestiti, e scommettevano anche. Durante gli scavi abbiamo trovato addirittura dei dadi truccati! Costruiti in osso e avorio, davano il punteggio più alto. I Romani invece portarono lo sport etrusco nei circhi con tanto di gladiatori e fiere. Molto in uso era il gioco conviviale del còttabo, in voga anche presso i Greci consisteva nel lancio del vino da una coppa (kylix) verso una grossa ciotola, posta a due metri di distanza, contenente a sua volta tre ciotole più piccole. Lo scopo del gioco era quello di riempire la ciotola il più possibile, facendo galleggiare le ciotoline. Lo descrivono bene, nel sesto secolo a.C., Arceo e Anacreonte. Anche gli oggetti ci parlano e raccontano che la donna etrusca invece giocava con le astragali, ossia gli ossicini del calcagno. Erano cinque, usati come sassi venivano lanciati in aria e ripresi tutti con la stessa mano. Un gioco di destrezza che diverte tuttora. Mentre su un’urna cineraria del settimo secolo, conservata nel nostro museo, vi è raffigurato forse il primo esempio di pugilato, fa parte del patrimonio cerite anche un’anfora dipinta, dove i duellanti insanguinati, si colpiscono con veemenza.
Ennio Tirabassi
Maestro d’Arte