In Italia esiste una categoria di lavoratori che sembra non avere gli stessi diritti di tutti gli altri. Lo dimostra il bando per l’affidamento dell’incarico di direttore del Museo Regionale delle Ceramiche e della Pinacoteca comunale, emesso lo scorso 28 maggio dal Comune di Deruta, in Umbria, in provincia di Perugia.
Non si tratta di una figura professionale qualunque: come sempre accade per incarichi di questo tipo, nel bando si specifica che il futuro direttore dovrà presentare un profilo professionale di natura tecnico-scientifica altamente qualificata ed esperienza pluriennale. Tuttavia, per svolgere questo incarico, che prevede grandi responsabilità sia civili che penali, il professionista non dovrà attendersi alcuna retribuzione.
Questo non è certo l’unico caso perché il tipo di contratto offerto è ampiamente diffuso in tutto il territorio nazionale e riguarda soprattutto i musei civici. Ogni qualvolta questo succede, la notizia provoca sempre indignazione tra gli addetti ai lavori, ma i decisori della politica sono sempre rimasti indifferenti alla questione, nonostante privare un lavoratore della giusta retribuzione sia una palese violazione dell’Art. 36 dell nostra Costituzione che afferma: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Nei giorni scorsi, due voci autorevoli si sono schierate dalla parte dei professionisti museali: L’International Council of Museums, che ha emesso una raccomandazione, pubblicata sul suo sito ufficiale: http://www.icom-italia.org/raccomandazione-di-icom-italia-al-sindaco-di-deruta-in-merito-al-conferimento-dellincarico-di-direttore-del-museo-regionale-della-ceramica-e-della-pinacoteca-comunale/ e l’Associazione Nazionale Piccoli Musei: https://www.finestresullarte.info/flash-news/6867n_piccoli-musei-propongono-tariffario-unico-nazionale.phphttps://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=353723
Partecipiamo nel dare visibilità a problematiche come questa dello sfruttamento delle risorse umane nel settore cultura, affinché in Italia la situazione lavoro migliori in ogni ambito.