di Pietro Zocconali, Presidente Associazione Naz.le Sociologi, giornalista
Lo scrittore torinese Paolo Giordano è venuto a trovarci a Ladispoli.Giordano, un giovanotto del 1982 è laureato in fisica, ma, con la sua opera prima “La solitudine dei numeri primi” è entrato con prepotenza nel mondo dei più affermati scrittori italiani. Dieci anni fa, ad appena 26 anni, infatti, con il suo romanzo ha vinto il “Premio Strega” (il più giovane scrittore ad averlo conquistato), uno dei massimi riconoscimenti del settore. Nella sua collezione di premi ha aggiunto il Premio Campiello Opera Prima ed altre importanti benemerenze; quel libro, secondo gli addetti ai lavori è risultato il più venduto in Italia nel 2008, con più di un milione di copie acquistate, e sembra ad oggi abbia raggiunto il milione e mezzo!
Questo fenomeno editoriale era atteso da tempo a Ladispoli e la sala della nota libreria “Scritti e Manoscritti” era gremita di persone.
Giordano, presentato da una responsabile del negozio, ci ha descritto la stesura del suo ultimo libro: “Divorare il cielo”. che qualcuno ha ipotizzato essere il romanzo della maturità. Un testo che racconta l’amore nella sua complessità e nel corso degli anni.
L’autore ha dichiarato di sentirsi a suo agio all’interno di uno dei templi della lettura della città laziale, ed il pubblico ha ricambiato con grossi applausi le sue performances, interloquendo con precise domande rivolte allo scrittore.
Quando però, parlando dei personaggi della sua storia, ha minimizzato la capacità genitoriale di oggi, specie quella dei padri, ho chiesto di intervenire sentendo di dover difendere la categoria che oggi, facendo salti mortali per i motivi che tutti conoscono, riesce a tirar su i figli, dando un apporto che, secondo il mio parere, fino agli anni ‘60 del secolo scorso, era quasi completamente delegato alla madre.
Quindi: Viva i papà, caro Giordano, e complimenti per la tua splendida carriera.
Su L’Ortica del 28 settembre pubblicheremo una lunga intervista a Giordano realizzata da Giovanni Zucconi