LITORALE, LO SPORT NEGATO AI RAGAZZI

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SI ALZA IL MURO DEI NO AL GPASS: IL DIRIGENTE DELLA DINAMO BASKET SI DIMETTE. ISTRUTTORI DI CALCIO E PALESTRE PROPONGONO ALLENAMENTI SENZA DISCRIMINAZIONI.

«Una scelta sofferta, ma necessaria. Bisogna lanciare un segnale: lo sport è a rischio». Non è passata inosservata la decisione di Donato Ciccone, contrario al Green pass. Si è dimesso dal ruolo di dirigente della Dinamo Ladispoli. Niente più incarico all’interno della società di pallacanestro. «Non mi sento – spiega – di far parte di una Federazione che applica delle norme che discriminano gli atleti. Possibile che non ci si renda conto delle conseguenze psicologiche? Tanti ragazzi da anni sono esclusi dai gruppi, dalla vita sportiva e sociale. Sono a casa con in mano la play station, si rifugiano dietro ad un pc. Non ci sono più esultanze, abbracci. Hanno sofferto per i primi lockdown e per la Dad. Alcuni sono in sovrappeso, non si allenano più. Questo distanziamento ormai è entrato nella testa e praticare sport solo con la certificazione è una discriminazione».

In Abruzzo, ha rassegnato le dimissioni anche Valerio Di Battista dirigente dell’Unibasket Lanciano: «La mia coscienza non mi permette di essere complice di “barbarie” contro lo Sport ed in particolare contro quello giovanile. Non sarò io a vietare a decine di ragazzi l’ingresso in palestra». E sì, perché già da una ventina di giorni se non si è muniti di Super green pass non si può accedere in impianti sportivi e ricreativi. Regola che vale anche per i giovanissimi, ossia i ragazzi dai 12 anni in su. Una decisione, quella del Governo, che di fatto, impedisce a centinaia di giovani sul litorale di poter continuare a praticare sport se non vaccinati o guariti dal covid. La Dinamo ha avanzato una petizione su change.org rivolta a Valentina Vezzali (Sottosegretario Presidenza del Consiglio con Delega allo Sport).

Problemi nel calcio.

A Ladispoli nell’Academy 8 calciatori erano a rischio ma – come spiega uno dei responsabili, Stefano Teloni – avendo preso il Covid sono “arruolabili”. A Cerveteri analisi interessante con il responsabile del settore giovanile Emiliano Giacinti. «Il vero problema è che la Federazione non riconosce le categorie. Il bambino a 12 anni compiuti non può più entrare. Non è stata fatta una distinzione tra agonistica e scuola calcio perché alcuni compiranno il 12° anno, e altri no e continueranno ad accedere al campo. Non sono molti, ma il disagio per quei 4-5 tesserati tra il 2009 e 2010 c’è e di fatto viene limitato il diritto di fare sport. E purtroppo dobbiamo seguire le regole delle Federazione che non il polso della situazione reale». A Civitavecchia Francesco Brancale ha proposto il piano B: «Sono istruttore di calcio per bambini da più di 10 anni – ha scritto sulla sua pagina Facebook – sono pronto a dedicare qualche ora a settimana per bambini non vaccinati e anche vaccinati che vogliono fare sport. Se qualcuno ha un terreno privato in terra battuta per ospitare bambini senza competizione ci arrangeremo. Io ci sono: contattatemi in privato lo faccio a zero euro. Spero che ad altri istruttori piaccia l’idea. Viva la vita, viva i bambini, viva la libertà!». Dal pallone alle palestre. A Ladispoli Mirko Vacca, istruttore, si è espresso sull’argomento. «Rinnovo l’invito ai ragazzi senza Gp: si possono allenare con me fino a che questo Governo non si adeguerà all’Europa togliendo ogni restrizione».