L’italiano a rischio: asterischi, neutri e ‘schwa’

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Eliminare le desinenze maschili e femminili dalla nostra grammatica, poiché sarebbero “discriminatorie” e “non inclusive” delle nuove identità di genere neutre.

Invece di dire “Ciao a tutti” si dovrebbe dire “Ciao a tutt*”, “Ciao a tuttu” o “Ciao a tuttə” usando lo ‘schwa’, una lettera simile a una ‘e’ rivesciata (ə) inesistente nell’alfabeto italiano.

Lo schwa e l’asterisco che non discrimina

Polemiche, accompagnate da petizioni online di opposto segno, tra i sostenitori e gli avversari dell’uso dello schwa, graficamente una “e” rovesciata, o in alternativa l’asterisco, che vogliono di utilizzare nella lingua corrente, per non discriminare nessuno.

Chiediamo al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di vietare alle scuole di inserire nei documenti pubblici asterischi, neutri, simboli e lettere inventate per eliminare il maschile e il femminile a favore del “genere neutro”. L’associazione Pro Vita & Famiglia si batte contro la proposta. “La neolingua Gender confonde bambini e ragazzi sulla loro sessualità, spingendoli a dubitare di essere davvero maschi o femmine. Alcuni di loro arrivano a chiedere trattamenti ormonali per bloccare gli effetti visibili della pubertà, per decidere poi che cosa “si sentono” di essere. Abbiamo consegnato la petizione al Sottosegretario di Stato, l’On. Rossano Sasso, che con grande disponibilità si è fatto carico delle nostre istanze esprimendo il suo sconcerto per la deriva ideologica in corso e promettendo tutto il sostegno necessario”.

Sta già accadendo: Lo ‘schwa’ è stato già utilizzato in alcuni documenti ufficiali del Ministero dell’Istruzione e nelle circolari di alcuni istituti scolastici. “È un lavaggio del cervello di bambini e ragazzi. Intere amministrazioni locali stanno redigendo i loro atti pubblici secondo le regole ‘politicamente corrette’. Allucinante” -concludono invitando, chi non lo ha già fatto –  a firmare la petizione.

Anche autorevoli linguisti, tra i quali il presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, Francesco Sabatini e Massimo Arcangeli (ma anche altri noti intellettuali come Massimo Cacciari, Alessandro Barbero, Paolo Flores d’Arcais), si sono opposti a questa tendenza sottoscrivendo una petizione su change.org nella quale sostengono che non esistono reali motivi per procedere a questo cambiamento dell’uso linguistico corrente.