L’exploit della “bonus economy”
Ricchi sempre più ricchi poveri sempre più poveri. Nell’anno della pandemia da Covid-19 è questo uno degli indicatori fotografati dal Censis – Centro Studi Investimenti Sociali, istituto di ricerca socio-economica fondato nel 1964 che puntualmente a inizio dicembre ha reso noto il Rapporto Annuale. Il 54esimo Rapporto è un resoconto implacabile e veritiero di come il virus abbia cambiato la società creando un nuovo welfare, identificato come la “bonus economy”.
L’istituto di ricerca intervenendo sull’impatto della pandemia ha sottolineato come ancora una volta il virus abbia avuto un effetto “divaricante” ampliando la forbice tra chi ha e chi non ha. E’ evidente dai dati e dalle tabelle riportate la crescita dei Paperoni saliti da 36 registrati prima della pandemia a 40. Detengono una ricchezza complessiva di 165 miliardi di dollari. “Sono aumentati sia in numero che in patrimonio durante la prima ondata dell’epidemia” scrive Il Censis. Altro dato preso in considerazione dal Censis è stato il reddito di emergenza, la misura introdotta con il cosiddetto Decreto “Rilancio” del mese di maggio 2020 per venire incontro alle famiglie senza alcuna forma di aiuto o di reddito. A luglio 2020 i percettori di reddito di emergenza erano 697.748 persone che vivono in 290.072 famiglie. Il dato assoluto sulle famiglie in povertà assoluta evidenzia che a fine del 2019 in Italia le persone in queste condizioni erano 4.593.400, ovvero il 7,7 per cento della popolazione. Una cifra che rispetto al decennio precedente è raddoppiato. Il dato sulla povertà assoluta, a fine 2019, aveva comunque fatto registrare un trend in diminuzione in conseguenza dell’introduzione da aprile 2019 del reddito e della pensione di cittadinanza, di cui beneficiavano a settembre 1.327.888 famiglie per complessivi 3.133.322 individui dei quali il 14,4 per cento di nazionalità straniera. Se si tiene in considerazione la spesa media mensile i numeri indicavano, prima dell’emergenza da Covid-19, 2.424.728 di famiglie che spendono mensilmente sotto i 950 euro.
Altra divaricazione che la pandemia ha determinato è quella tra garantiti e non. Al riguardo la valutazione del Censis è implacabile. “Nel vortice di milioni di vite trasformate all’improvviso – si legge nel 54 Rapporto La società italiana al 2020 – emerge una frattura fortemente divaricante: il diverso grado di tutela della propria condizione economica sperimentato in questi mesi, una gerarchia delle protezioni del lavoro e dei redditi ridefinita di fatto. Per l’85,8 per cento degli italiani la crisi sanitaria – commenta ancora il Censis – ha confermato che la vera divisione sociale esistente tra i lavoratori è quella tra chi ha la sicurezza del posto di lavoro e del reddito e chi no. È una verità ben nota, diventata d’improvviso lapalissiana e largamente condivisa: esistono due Italie molto diverse: i garantiti e i non garantiti”.
Graziarosa Villani