“Polemiche, solo inutili e sterili polemiche”.
Con queste parole l’assessore alla Pubblica istruzione e servizi sociali, Lucia Cordeschi, ha inteso rispondere alle notizie apparse in questi giorni su alcuni organi di stampa e sui social sul servizio mensa e, in particolare, sulla rilevazione delle presenze dei bambini che usufruiscono dei pasti.
“Tutto quello che sta accadendo in questi giorni – ha proseguito Cordeschi – ha veramente dell’incredibile. Nell’ambito della fattiva collaborazione tra istituzioni, tutte le scuole di Ladispoli, nel corso degli anni hanno sempre rilevato le assenze degli alunni per permettere un adeguato svolgimento del servizio mensa in favore dei bambini. La mensa, ed è bene sottolinearlo, è un servizio a totale carico dell’Amministrazione comunale. Le famiglie contribuiscono quota parte con una somma pari a 3,00 euro a pasto, la restante di 2,078 euro (escluso iva) è a carico del Comune e viene pagata, quindi, con le tasse di tutti i cittadini. L’Amministrazione comunale si fa carico della differenza del costo reale del pasto su quelli effettivamente consumati. Se quotidianamente la scuola non comunica quanti sono gli utenti presenti quel giorno la Cir, che ha in gestione il servizio, preparerà per tutti gli iscritti alla mensa i pasti che saranno conteggiati nella fattura. Il risultato, con degli assenti, è cibo non utilizzato e denaro pubblico speso inutilmente. In questo periodo di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo gli sprechi non possono essere ammessi e, soprattutto, tollerati.
L’atteggiamento di un preside, nella lettera in risposta ad una concittadina, risulta, quindi, alquanto discutibile poiché con il suo rifiuto di collaborare alla rilevazione dei pasti potrebbe determinare uno spreco incomprensibile sia di cibo che di denaro, perché verrebbero consegnati pasti anche agli assenti. Denaro pubblico che potrebbe essere utilizzato in modo più efficiente in altri servizi essenziali (trasporto disabili, ass.educativa scolastica etc)
Sembra inoltre molto strana, così come riportata dal preside, la richiesta dei suoi collaboratori di avere una retribuzione “per il pur minimo impegno” per la rilevazione delle assenze e per la distribuzione dei bollettini della mensa. Infine, per quanto riguarda il Polifunzionale è opportuno ricordare che non si tratta di una scuola. E’ una struttura – ha concluso Cordeschi – adibita anche a refettorio e come tale il Comune ha l’obbligo di controlli periodici per verificare la qualità e la quantità dei pasti. Non si tratta, quindi, di un locale scolastico, e il personale comunale per entrare non necessita di alcuna autorizzazione. Infine la visita “incriminata” è stata effettuata da chi ha il compito di “vegliare” sulla mensa, e quindi ha accesso ai luoghi dove i bambini consumano i pasti, insieme alla responsabile della società che ha in gestione il servizio”.