Si parla molto su web e sui social dell’importanza della funzione dei nonni nella famiglia e nella crescita dei bambini. Prima, però, facciamo un piccolo passo indietro. Pensiamo a come era strutturata la famiglia fino agli anni 50-60 del secolo scorso: i figli si sposavano ed andavano a vivere nella casa di una delle due famiglie d’origine. Lì vivevano con i suoceri e con le famiglie degli eventuali. Molto probabilmente in quella casa abitavano anche i nonni di uno dei due coniugi. In una situazione di questo tipo, i nonni erano i saggi della famiglia, coloro che conoscevano le storie del paese dove viveva la famiglia. In una realtà famigliare simile, i bambini e i nonni erano salvaguardati e accuditi sia in caso di malattia sia quando i genitori lavoravano. Questa situazione famigliare, però, poteva anche presentare delle problematiche per una mancanza di confini che poteva impedire la strutturazione e il consolidamento della neo-famiglia. Con gli anni a causa dei cambiamenti lavorativi ed una maggior possibilità di spostamenti nel mondo, la famiglia ha iniziato a strutturarsi in modo diverso: ora le famiglie sono composte da tre o quattro elementi, i genitori e uno o due figli e, spesso, vivono lontane dalla famiglia di origine. In un contesto come questo potrebbe capitare che si perdano i contatti tra i nonni e i nipoti. Altre volte le liti famigliari degenerano e fanno interrompere bruscamente i rapporti; altre volte può capitare che questa interruzione sia derivata da altre motivazioni ancora più gravi. Trascurando le situazioni gravi, cosa rappresentano i nonni ancora nella vita dei bambini? Sembra che ultimamente siano i baby-sitter gratis. Immaginiamo, invece, una piramide al cui apice ci sono i nonni, seguiti dai genitori e dai nipoti. La funzione dei nonni, quindi, è molteplice: 1- osservano dall’alto della loro esperienza la vita della famiglia dei figli; 2- intervengono, se necessario; 3- aiutano i figli nella gestione dei nipoti quando serve; 3- sono i primi confidenti dei nipoti e fanno da tramite tra nipoti e figli; 4- giocano con i nipoti quando non ne hanno avuto possibilità con i loro figli; 5- sono tranquilli perché non hanno l’obbligo educativo; 6- sono la storia della famiglia dei nipoti perché raccontano la loro storia e, quindi, anche la storia del contesto in cui sono vissuti; 7- vivono in una sorta di “agiatezza psicologica” perché tendenzialmente hanno raggiunto e soddisfatto molti dei traguardi della loro vita; 8- si possono dedicare ai loro interessi, rimandati per anni. È importante, però, il rispetto dei ruoli. È fondamentale che il nonno consideri il nipote come tale e non come un “secondo figlio”: il nipote è il figlio del proprio figlio e qualsiasi decisione del nonno riguardo il nipote deve passare attraverso il figlio stesso. In questo modo si evitano conflitti generazionali. È importante, dall’altra parte, che i figli rispettino il ruolo dei propri genitori: intanto non sono baby-sitter ed è necessario chiedere ai propri genitori se possono accudire i nipoti; ciò perché, anche se divertente, stare con i bambini è impegnativo e, inoltre, anche i nonni necessitano dei loro spazi e possono avere impegni diversi. È importante che i figli raccontino cose importanti ai nonni riguardo i nipoti affinché sappiano se e come parlarne con i bambini. La complicità tra i nipoti e i propri nonni è fondamentale.
Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta
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