Roma, il noto Istituto Archimede-Pacinotti non mantiene la proposta formativa per cui nasce. La colpa? Dei genitori che non versano il contribuito volontario, che volontario poi non è.
Si paventava già da settembre la possibilità di ridurre, modificare o annullare completamente l‘attività sportiva nell’istituto, che sullo sport si fonda. Gli alunni erano stati sollecitati di sensibilizzare i genitori nell’effettuare il contributo volontario, pari a 100 euro. Pena la negazione dell’offerta formativa stessa. Molti genitori, preoccupati hanno subito provveduto con il versamento, ma non tutti. Non è bastato. Da qualche giorno la situazione è precipita. Cambiano le strutture dove portare i ragazzi a svolgere le varie discipline in programma. Questo è il momento del calcio: dall’Achillea al circolo Italia, un centro sportivo meno caro. “Poiché in pochi abbiamo pagato il contributo volontario non rientrano dei costi”. Scrive un genitore nella chat della classe.
I ragazzi della classe seconda oggi venerdì 6 dicembre non fanno sport day, sono in classe. La motivazione odierna è l’inagibilità del campo di gioco, ma tra i genitori è iniziata la caccia alle streghe. O Meglio a chi non ha contribuito alle spese. Volontario? Si tenta di far sentire responsabili le famiglie che, per necessità o scelta non hanno pagato. Anziché ricordare alla direzione dell’istituto scolastico, l’obbligo morale, e non solo, di garantire l’offerta formativa proposta nell’Open day. I ragazzi anziché tutelati sono truffati in corso d’opera. Viene meno il requisito per il quale hanno scelto tale istituto. Non solo, durante il percorso di studi vengono stressati, in alcuni umiliati, per la situazione economica. Le famiglie? Invece di focalizzare l’attenzione sul responsabile originale, l’istituto, e al taglio dei fondi che subisce l’istruzione, si accaniscono con chi non si omologa e arrende alle ingiustizie, oppure non può permettersi una spesa extra. Mentre a scuola “battono cassa”, i genitori tra un’impegno e l’altro, cercano una soluzione confrontandosi in chat nel gruppo WhatApp di classe. E gli studenti? Loro restano delusi in classe. Questa la situazione in Italia, questo è “il puntare sui giovani, quale futuro della Nazione”, di cui tanto parlano i rappresentanti delle istituzioni, di qualunque colore. Che BelPaese!