Vi sono strani rapporti tra cervello e intestino; relazioni strette, connessioni che solo attualmente trovano conferma in uno studio appena pubblicato su Cell e ripreso da Nature.
L’encefalo, quando è fortemente stressato e sconvolto, provoca una tempesta infiammatoria a livello intestinale. Pensiamo al riacutizzarsi di malattie infiammatorie croniche quali il morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa quando vi è uno stato di turbamento psichico di una certa rilevanza.Ciò potrebbe portare a trattamenti medici differenti, ad un approccio cerebrale al fine di ridurre la flogosi intestinale. Che lo stress cronico scateni “il mal di pancia” è noto da tempo. Migliaia di volte ho riscontrato una “corda colica”, ossia un dolore alla palpazione profonda del colon – sigma. Lo stato ansioso si somatizza molto spesso, anche se non sempre, in quella parte terminale del grosso intestino.
Quel dolore alla palpazione profonda è un segnale semeiologico di uno stato di malessere interiore . Ho altresì notato che anche l’intestino (un secondo cervello?) influenza l’encefalo.
In otto casi di pazienti affetti da acufeni (ronzii auricolari) di una certa importanza (molto intensi, frequenti, spesso bilaterali ossia coinvolgendo entrambi le orecchie) ed in dodici casi di pazienti con acufeni saltuari, meno intensi, monolaterali, ho notato, interrogandoli, che il disturbo si riduceva, seppur in modo diverso da paziente a paziente, durante la “gratificazione del cibo”, ossia mentre si mangia (e si beve) con gusto.
La biotipologia e biodiversità, sia su base costituzionale che diatesica miasmatica ereditaria, ci evidenziano comportamenti assai dissimili di fronte ad un evento particolarmente stressante – traumatizzante. Soprattutto nei lutti anche nella fine di una relazione sentimentale, nei fallimenti economici, nella perdita di un posto di lavoro.
In Omeopatia, medicina complementare integrata, posso citare diversi esempi di rimedi, ciascuno pertinente uno stato d’anima preciso, facilmente evidenziabile. Ignatia è il più noto e frequente. Il paziente è talmente sconvolto che non sa più se ridere o piangere, anzi paradossalmente alterna riso e pianto, ha perso “la bussola della vita”, un orientamento normale che è diventato paradossale e contradditorio. Accanto a tutto ciò si riscontrano somatizzazioni ansiose le più varie (dispnea sospirosa, gastralgia, soprattutto disturbi intestinali: crampi, “corda colica”).
Nel “simillimun” paziente Arnica (la pianta dei traumi fisici e psichici) il soggetto ha la sensazione di avere dolori in tutto il corpo come se fosse stato violentemente percosso. Ha paura anche solo di essere toccato o sfiorato. In Gelsemium (gelsomino selvaggio della Virginia, pianta molto velenosa) il paziente è talmente confuso da andare in “tilt”. Si blocca sia nel movimento che nella psiche con sovente un’espressione, ebete , sconcertata. In Aurum (l’oro, l’elemento più prezioso) il soggetto pletorico, sanguigno con diatesi luesinica presenta una profonda malinconia con pensieri suicidari (spesso messi in atto). Scontento di se, deluso dagli altri e dalla società, si isola in uno stato di collera interiore. L’addome è “in subbuglio”. In Argentum nitricum, il paziente magro, anche lui con diatesi luesinica, presenta sia ansia di anticipazione con diarrea emotiva e desiderio di fuga che fobia delle grandi altezze con sensazione di essere attratti nel vuoto oppure altre diverse fobie (dei luoghi chiusi, di quelli aperti in grandi spazi ove si torva da solo etc). Ha sempre l’impressione che il tempo passo troppo velocemente. Quando è indicato (ossia ha queste caratteristiche) è molto utile proprio nelle malattie infiammatorie intestinali (Crohn, colite ulcerosa) o nel meno grave colon irritabile. In Thuya (cedro bianco), ove prevale la diatesi sicotica, è invece prevalente l’ossessione con idee fisse assurde che lo portano a rinchiudersi in se stesso, rimuginando di continuo, coltivando pochi interessi e mancanza di coraggio. Fisicamente trattiene i liquidi, l’addome è meteorico, ingrassa specie al bacino ed ai fianchi, né mancano cisti e verrucche. Inquietante è il paziente Staphysagria che dopo un trauma, psichico (mortificazione, offesa) “frena la sua collera”, la reprime dentro di se, con tendenza alla depressione di tipo reattivo, colon irritabile, tremori, astenia diffusa. Il più pericoloso per gli altri credo che sia Platinum (in Omeopatia gli elementi più preziosi “danno alla testa” fanno impazzire). La diatesi distruttive luesinica lo porta a disprezzare tutti gli altri sospinto da un’alterazione patologica di orgoglio individuale. Peculiare è quel “penoso abbassare gli occhi su persone ritenute inferiori”. L’ipertrofia del proprio io lo porta a vedere gli oggetti e le persone più piccole di quelle che sono. Il suo narcisismo è “omicida”. Come è più di Luesinum (nosodo luetico) può arrivare all’omicidio (specie femminicidio)non solo quando si sente tradito. Termino questa carrellata con Anacardium, peculiare delle forme di psicosi endogene bipolari, delle sindromi convulsive – repressive. E’ come se avesse “un diavolo ed un angelo dentro di se” che cerca di frenare, di abbattere. Due volontà opposte in lotta tra di loro.
Sono partito dal rapporto cervello – intestino poi, la mia trentennale esperienza di docente omeopatico, mi ha trascinato via. Separare l’encefalo dal resto del corpo, la psiche dal soma, è un errore. L’addome è un continuo rapporto con il cervello. Ciò vale anche per il cuore e per l’apparato respiratorio. L’Omeopatia, inserita in uno schema di terapia integrata, può aiutare a migliorare tanti disagi psichici sopradescritti. Non appartiene al passato.