“LEGAMI CRIMINALI”, UN ROMANZO DI PINO CASAMASSIMA

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legami criminali

É venuto a Ladispoli Pino Casamassima in occasione dell’imminente uscita del suo ultimo romanzo “Legami Criminali”, abbiamo colto l’occasione per conoscere il noto scrittore.

Dalla narrazione asciutta e comprensibile, Pino Casamassima è giornalista, scrittore e autore di teatro, con uno stile unico ha percorso l’Italia, dalla note di De André ai turbolenti anni di piombo. Mi riceve, rilassato, poco prima della presentazione.

Legami Criminali

 

Hai scritto di tutto, spaziando dalla musica alla Formula 1 alla politica, cosa le manca di dire? Gli argomenti ormai sono quelli. Nell’arco di 40 anni di mestiere sono stati la musica di qualità, la Formula 1, la mia grande passione da quando avevo i calzoni corti, è stata la filosofia, la storia. E qui mi sono fermato. Da 20 anni a questa parte mi sono occupato di storia contemporanea, intesa come storia d’Italia e, nello specifico come storia dell’Italia repubblicana, dal ’46 in avanti. Ogni tanto, mi concedo un romanzo, faccio una ‘fiction’, per uscire dall’apnea. Questo libro, che uscirà a febbraio, per me è già vecchio. Da mesi sto lavorando a un saggio storico, in cantiere inoltre, anche una biografia romanzata di Tazio Nuvolari.

Un ritmo serrato il tuo, come fai? La media è 2, 3 pubblicazioni l’anno.  Ci sono stati anche anni furibondi da 4 pubblicazioni, ma la mia agente non ne poteva più, e aveva anche ragione. In effetti, si verifica una sorta di cannibalizzazione di se stessi, non fai in tempo a presentare un libro che sei già lì con un altro.

Non dai respiro al lettore, sono saggi non fumetti i tuoi lavori. Sei semplice da leggere? Hai ragione, necessitano di tempo pur essendo degli argomenti, come direbbe un personaggio di Verdone:avulsi tra loro, da Tazio Nuvolari, come annunciavo poc’anzi, al prossimo libro sul terrorismo. Su quest’ultimo tema ho scritto molti libri.

Infatti sei definito il massimo esperto di terrorismo italiano. Come lo sei diventato? Si. Talmente tanto esperto che ero stato convocato dalla terza, e inutile, Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Caso Moro. Dico inutile perché rifiutai l’audizione con una lettera aperta, che fu ripresa da diversi giornali, compreso il mio, il Corriere della Sera, in cui dicevo che rifiutavo l’audizione perché ritenevo inutile questa terza commissione, o meglio “utile per i membri, della commissione medesima, ma non per l’ accertamento di nulla”. Gli serviva come ribalta politica, sopratutto a Grassi, che l’ha fortemente voluta. Ho mandato una lettera al Presidente Fioroni specificando i motivi del rifiuto. Una Commissione Parlamentare d’inchiesta ha gli stessi poteri di un tribunale, quindi possono mandarti i Carabinieri a casa a prenderti per fare la deposizione, non hanno osato.

Avrebbero potuto farlo anche con te quindi? Se ne sono guardati bene.

Hai scritto di musica, di autori italiani del passato, oggi avresti imbarazzo nello scegliere un personaggio? Non mi appartengono. Non voglio fare il passatista a tutti i costi, che glorifica il passato e demonizza il presente, dico semplicemente che questo è un tempo che non mi appartiene sotto il profilo musicale. Sono un ragazzo degli anni 70, tutto pane e rock and roll. 

Credi ci sia un vuoto a livello musicale oggi? Noi lo percepiamo come vuoto, i ragazzi di 12,13, 14 anni, gli adolescenti che per esempio ascoltano Sferaebasta, si riconoscono negli autori attuali, piacciono. Non scriverei di loro, ognuno porta la sua formazione, sono crescito con De Andrè, De Gregori e Bob Dylan insomma. Sono forme d’arte diverse.

Di tutto ciò che hai scritto, cosa ti appartiene di più, quale ha suscitato più emozioni? Allora, io ho avuto la fortuna di potermi occupare di ciò che amavo, far diventare una professione una passione, più passioni. Quando ero ragazzino mi sono appassionato alla mitologia greca, mi sono avvicinato all’Iliade e ho avuto la possibilità di pubblicare un libro sull’argomento, di trarne un monologo teatrale, che porto in giro per l’Italia. Ho vissuto la mia passione per la Formula 1, nata sui banchi di scuola media, poi la musica. Passavo la giornata ad ascoltarla e ho scritto diversi libri, poi la politica. Ho fatto politica attiva fino all’uccisione di Aldo Moro dopo di che ho smesso, ho mediato la mia passione politica attraverso la scrittura, fine della storia.

Siamo arrivati a “Legami Criminali”, ce ne parli? Legami Criminali è un romanzo dove il lettore si confronta con tre diversi linguaggi: uno clonachistico, uno intimistico, e l’altro grottesco.

Il motivo? Perché ritengo che a livello di narrazione, dei sentimenti, delle passioni umane, dei dolori e degli amori, dopo i grandi della letteratura ottocentesca di che altro vuoi scrivere, allora ti devi sfidare, la narrazione sul piano della forma, la novità è nella forma e non nella sostanza. Essa è sostanza stessa.

I lettori si trovano con tre piani diversi di narrazione, un intreccio, pensi sia di facile comprensione? Si perchè il tutto passa attraverso una scrittura fluida, non ostica. Accompagno il lettore per mano tra una narrazione all’altra senza che lui se ne renda nemmeno conto.

Avrò il piacere di essere accompagnata nella lettura. Poche persone sanno scrivere ma tantissime non sanno leggere. Vero, rendo semplice la lettura e la comprensione del testo. Questo libro è nato così, una sperimentazione in un momento in cui avevo bisogno di abbassare la guardia.

Scrivere una fiction, in buona sostanza, è il tuo modo di andare in vacanza? Si, ha centrato il punto, scrivere un romanzo è la mia vacanza, rilassante.

Immagino quando si mette a lavoro!