QUANDO I PIEDI (O ALTRE PARTE DEL CORPO) SI “GONFIANO”
A cura del Dottor Professor Aldo Ercoli
L’edema è una tumefazione dei tessuti molli dovuta ad un abnorme aumento del liquido interstiziale.
Non va confuso con la ritenzione idrica idiopatica dei soggetti “idrogenoidi” meteoropatici. In questi la pressione del dito dell’esaminatore sulla parte apparentemente edematosa non lascia alcuna impronta (la cosiddetta “fovea”).
L’edema può essere localizzato (limitato ad un particolare organo o distretto vascolare) oppure generalizzato (è presente una tumefazione dei tessuti molli nella maggior parte o in tutte le regioni del corpo). Per quanto riguarda l’edema localizzato una trombosi venosa profonda, un linfedema primitivo o un’ostruzione neoplastica ci danno un edema da una sola parte di un’estremità.
L’edema bilaterale degli arti inferiori è molto spesso attribuito allo scompenso cardiaco. Vi assicuro però che non è sempre cosi perché molte altre possono essere le cause. Può dipendere dall’ostruzione della vena cava inferiore, della compressione dovuta ad ascite o massa addominale. Un edema da stasi può anche verificarsi in un’estremità paralizzata. Quante volte poi noi osserviamo un edema localizzato alle volte conseguente ad una reazione allergica (angioedema).
Anche un’ostruzione della vena cava superiore può darci lo stesso quadro clinico. Neoplasie o condizioni flogistiche possono darci edemi localizzati con l’ascite (accumulo di liquidi nel peritoneo) oppure l’idrotorace (liquidi nel cavo pleurico polmonare). L’edema degli arti inferiori, più evidente in ortostatismo prolungato (stando in piedi) e l’edema polmonare di solito sono certamente di origine cardiaca.
E’ sempre bene però nei pazienti allettati verificare se vi sia un edema a livello delle cosce e delle natiche, Molto spesso l’edema (il gonfiore) delle caviglie è dovuta a farmaci ipotensivi calcioantagonisti.
Ascite, edema degli arti inferiori e quello a livello dello scroto sono frequenti non solo nello scompenso cardiaco congestizio ma anche nella cirrosi epatica. Nell’insufficienza cardiaca la riduzione della gettata sistolica e della volemia arteriosa porta ad una ridotta perfusione dei reni e ad un aumento della pressione venosa.
Ne consegue una riduzione del sodio da vasocostrizioni renali, ridistribuzione del flusso sanguigno intrarenale ed iperaldosteronismo secondario, nelle cirrosi invece sono gli shunt arterovenosi quelli che riducono la perfusione renale effettiva portando ad una ritenzione sodica.
L’ascite, nella cirrosi, si forma quando l’aumentata resistenza vascolare intraepatica provoca ipertensione della vena porta. Sia l’aumentata pressione addominale che la diminuzione dell’albuminemia plasmatica favoriscono l’insorgenza dell’edema agli arti inferiori.
Da molti anni mi capita di vedere di rado un’anasarca, ossia un edema che riguarda ogni parte del corpo. Nell’edema generalizzato oltre allo scompenso cardiaco ed alla cirrosi non va dimenticata la sindrome nefrosica (alta proteinuria delle 24 h) con massiccia perdita di albumina che, riducendo la pressione oncotica del sangue, facilità una trasudazione di liquidi nelle parti molli intestiziali.
Inoltre il sodio viene trattenuto a seguito della conseguente riduzione della volemia. Se invece l’introduzione di sodio supera la capacità da parte del rene di espellerlo viene compromessa la filtrazione dei glomeruli renali come avviene appunto nell’insufficienza renale sia acuta che cronica. L’albumina trattiene i liquidi nei distretti vascolari.
Se è grave (come avviene nella sindrome nefrosica, nel malassorbimento con deficit nutrizionali, nelle epatopatie croniche) la pressione oncotica plasmatica si riduce ad un punto tale da provocare edema. L’ipotiroidismo ci può dare un edema pretibiale, ciò avviene anche, come detto, con alcuni farmaci (vasodilatatori, cortisonici, estrogeni).
Termino ricordando che un edema attorno agli occhi (periorbitario) che si nota al risveglio mattutino può essere dovuto ad una patologia renale (alterata escrezione di sodio).
Vorrei infine ringraziare il testo Harrison (principi di Medicina Interna) per la consultazione che ha consentito l’elaborazione del presente articolo.