LE TINTE VIBRANTI E I VIAGGI METAFORICI DI GIULIANO GENTILE

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I colori sposano le emozioni nelle opere di Giuliano Gentile. Dal 27 luglio al 4 agosto in Sala Ruspoli.

di Alessia Latini

E con essi le forme, sinuose, sintetiche eppur avvolgenti nella loro comunicatività.

Originario di Sulmona, città nella quale ha trascorso l’infanzia, dopo aver vissuto per diversi anni a Roma, dove ha conseguito il diploma all’Istituto d’arte, diciotto anni fa l’artista si trasferisce a Cerveteri. L’approccio all’arte, racconta, è iniziato così come per molti artisti, da giovanissimo: ancora bambino riceve in regalo una tavoletta di acquerelli e da quel momento la pittura non l’abbandona più.

Negli anni studia e sperimenta. Numerose sono le mostre alle quali partecipa in Italia e all’estero. Ed è circa trent’anni fa che approda a quel particolare stile che caratterizza oggi in maniera inconfondibile la sua firma. La “necessità di raccontare” della quale lui stesso ci parla si esplica nelle sintesi delle forme che con forza emergono dalle tinte vivaci che tendono verso quell’armonia alla quale Gentile guarda in ogni sua creazione. Ruolo fondamentale l’autore attribuisce alla luce, ai suoi spazi così determinanti accanto alle linee morbide che guidano il movimento e ai tratti forti che lasciano emergere ogni soggetto.

Le opere di Giuliano Gentile non prevedono staticità. Non la prevedono nella loro immediatezza emotiva, così come in quel costante svelamento di incursioni simboliche, rinvii e citazioni che le popolano. Il loro è un tragitto che parla al volgere dei sentimenti, che conduce al ricordo, che evoca e narra e che non di rado destreggia la sua magnifica ironia in una fantastica quotidianità.

Ecco che allora appare ciò che percorre tutta la produzione dell’artista. “Ulisse” è la barchetta di carta spesso presente nelle tele dell’autore: “Rappresenta il viaggio che è il filo conduttore della mia opera” spiega “è il viaggio della vita, di ognuno di noi, il viaggio che rappresenta la scoperta, l’avventura, il conoscere”. Ecco che ancora emerge quel dialogo che scava in profondità e che, metaforicamente, Gentile rappresenta con estrema incisività: “Ognuno di noi ha la propria fragilità, ognuno di noi ha la propria barca di carta in cui viaggia”.

Emblematico in questo senso anche il titolo della prossima personale dell’artista, “La chiave del cuore” che si svolgerà dal 27 luglio al 4 agosto presso la Sala Ruspoli a Cerveteri. “La chiave è un simbolo molto importante che anche nella storia ha avuto un significato rilevante” illustra Gentile che sottolinea come un oggetto così comune possa rinviare a interpretazioni profonde e intime: aprire o chiudere il proprio cuore e quindi i propri sentimenti, darsi, donarsi, ricevere, aprirsi.