UNA FOLLIA ENERGETICA PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHE CONSUMA COME L’INTERA IRLANDA.
di Maurizio Martucci
La rivolta in Sardegna ha sollevato il problema a livello nazionale. Non irradiano wireless, ma esattamente come le antenne di telefonia mobile anche le turbine eoliche (comunemente dette pale) generano elettrosmog, inquinando l’ambiente con campi elettromagnetici artificiali e onde non ionizzanti, tanto che diversi malati elettrosensibili denunciano gravi malesseri stazionando in prossimità delle turbine.
Sono macchine elettromeccaniche che trasformano l’energia cinetica del vento in energia elettrica attraverso l’utilizzo di pale. Le energie rinnovabili servono ad alimentare la Repubblica dei Gigabit, ad alimentare soprattutto l’energivora Intelligenza artificiale, consumi altissimi nel nome della transizione green e digitale.
“Tutte le apparecchiature a funzionamento elettrico generano, durante il Loro funzionamento, campi elettromagnetici (…) Il campo magnetico generato da un elettrodotto dipende dalla corrente trasportata, cioè dalle condizioni di carico della linea (…) In prossimità di una linea di alta tensione (150 kV), ad una distanza di circa 30 metri, i valori del campo elettrico sono inferiori ad 0,2 kV/m, i valori del campo magnetico sono inferiori ad 1 T. I campi elettrici e magnetici dipendono anche dal numero e dalla disposizione geometrica dei conduttori, nonché dalla distribuzione delle fasi della corrente tra i conduttori stessi.“
Lo si legge nella RELAZIONE SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI E SUL CONTENIMENTO DEL RISCHIO DI ELETTROCUZIONE redatto nel 2010 per il Parco Eolico nel Comune di Mottola (Taranto), nel quale viene dimostrato il parallelismo con i tralicci dell’alta tensione, cioè gli elettrodotti e le pale eoliche, affermando che per le seconde rispetto alle prime “il campo magnetico massimo è sensibilmente più elevato“, sottolineando anche “le possibili interferenze con le telecomunicazioni“, cioè le antenne wireless 2G, 3G, 4G e 5G.
Ma quale green, follia energetica per l’Intelligenza artificiale: consuma come l’intera nazione d’Irlanda! Il documento chiarisce poi le sorgenti d’elettrosmog, cioè da dove nelle pale eoliche si deve temere l’immissione di elettromagnetismo artificiale nell’ambiente.
“Le componenti dell’impianto eolico in grado di produrre inquinamento elettromagnetico sono le seguenti:
• Generatori Eolici;
• Stazione di trasformazione 150/33 kV;
• Rete in cavo MT di interconnessione.
• Rete in cavo AT di connessione tra la Sottostazione 150/33kV“ Nel complesso la torre eolica ha due fonti primarie di campi elettromagnetici, rappresentate dal generatore elettrico e dal trasformatore, impiegato per alzare la tensione dai 690 Volt ai 33 kV, tensione di esercizio della rete di cavi MT”.
Per l’analisi dell’impatto elettromagnetico della Wind Farm di Tarquinia, cioè il parco eolico in provincia di Viterbo, un altro documento redatto nel 2022 chiarisce che “la popolazione, in generale, è esposta a campi elettromagnetici prodotti da una grande varietà di sorgenti che utilizzano l’energia elettrica a varie frequenze (…) . L’esposizione umana dipende non solo dall’intensità dei campi elettromagnetici generati, ma anche dalla distanza dalla sorgente e, nel caso di antenne direzionali, quali quelle dei sistemi di comunicazione radar o satellitari, anche dalla vicinanza dal fascio principale di radiazione.
(…) Le pale eoliche scelte per questo impianto sono alimentate ad una tensione di 690 V. Al fine di sfruttare l’energia cinetica contenuta nel vento convertendola in energia elettrica disponibile per l’immissione in rete o per l’alimentazione dei carichi in parallelo, una turbina eolica utilizza diversi componenti sia meccanici che elettrici.
In particolare il rotore (pale e mozzo) estrae l’energia dal vento convertendola in energia meccanica di rotazione e costituisce il “motore primo” dell’aerogeneratore, mentre la conversione dell’energia meccanica in energia elettrica è effettuata grazie alla presenza del generatore elettrico (…)”.
Infine, un collegamento tra 5G e pale eoliche arriva persino da Bruxelles: “Turbine come il 5G. Bruxelles mette l’eolico cinese nel mirino“, scrive Formiche.net specializzato in geopolitica. “L’esecutivo Ue sta lavorando per permettere ai Paesi membri di vietare le turbine eoliche prodotte all’estero per ragioni di cybersicurezza, in maniera non dissimile da quanto avvenuto con diverse capitali europee e il titano cinese Huawei“.
In Cina le pale eoliche arrivano fino a 140 metri d’altezza.