Da Cerveteri al Cairo, da piazza Navona alla Cambogia, da Bracciano allo Yemen, immagini che raccontano l’infinita bellezza che ci circonda.
di Barbara Pignataro
Di viaggiare non può fare a meno, di fotografare ciò che scopre neanche, è Franco Bruno il 50enne romano residente a Cerveteri da diversi anni, vincitore del concorso della National Geographic 2019, nella categoria Luoghi e Paesaggi con un scatto che raccoglie antico e moderno, degrado e bellezza:“Ho scattato questa foto della cittadella del Cairo, una collina dalla cui sommità è ben percepibile la vastità dell’agglomerato urbano dal quale emergono i profili delle piramidi di Giza. Usando un teleobiettivo da 300 millimetri ho cercato di cogliere il contrasto, quasi drammatico, tra la città moderna e le antiche piramidi“.
Chi è Franco Bruni? “Sono romano, dopo anni vissuti all’estero nel 2000 ho trovato lavoro a Roma, e ho deciso di trasferirmi definitivamente a Cerveteri, che frequentavo già dal ’76 . Lavoro presso l’ufficio pubblicazioni dell’ École française de Rome, un istituto francese che si occupa di storia e archeologia. Qui pubblichiamo libri che riguardano la storia e l’archeologia, frutto delle ricerche degli studiosi che sono stati anche nostri borsisti. Lavoro a piazza Navona, non esercito più la professione di musicologo come prima, ho poche possibilità di cantare (mia passione per decenni), ma sono soddisfatto di questo lavoro”.
Docente, cantante, articolista, come nasce la tua passione per la fotografia? “Mi è sempre piaciuto fotografare, fin dai tempi dell’università, negli anni ’80; in viaggio mi portavo sempre una macchina fotografica, ma la passione vera e propria è arrivata con l’acquisto della mia prima digitale, con la quale sono diventato il “regista” assoluto della mia produzione fotografica. Una cosa buffa è che all’inizio continuavo a fare pochi scatti, come ai tempi in cui utilizzavo i negativi da portare a sviluppare; ora se non faccio migliaia di scatti non sono soddisfatto. Ricordo che appena comprata la prima digitale, partii per il Portogallo e mi rubarono la macchina… una disperazione totale. Ne ricomprai un’altra a rate non appena tornato e, in compenso, ho partecipato ad un concorso nazionale di fotografia e mi classificai terzo. Sono così ripartito alla grande”
Quindi, il concorso National Geographic 2019 non è il tua prima partecipazione?“ No, ho vinto 3 concorsi in tutto, e sono risultato finalista in vari altri concorsi mai nessuno importante come il National Geographic! E non è il primo con loro, arrivai finalista anche nel 2013 con una foto di gabbiani sullo sfondo del lago di Bracciano. Tornando al mio primo concorso, era uno scatto di piazza Navona che ha riscosso un discreto successo, tanto che ho cominciato a prenderci gusto”
Scattare una foto in funzione di una competizione, cambia i parametri? “Non molto, ho acquistato una macchina fotografica professionale e quando fotografo, se non è un servizio commissionato o destinato ad un mio articolo, un pochino di più al dettaglio ci penso; sono piuttosto un fotoreporter. Catturo la realtà che vedo, non pratico lo Style-Life, non studio ore per uno scatto, non amo gli effetti speciali, la foto costruita non mi interessa più di tanto”
Il tuo ultimo viaggio? “In Cambogia e in Vietnam, a gennaio scorso, ho fatto in tempo a tornare visto tutti i problemi dovuti al cornavirus. In questi luoghi ho scattato tante foto, mi piacciono molto i dettagli architettonici. Amo osservare e fotografare l’architettura: dall’Iran all’Etiopia si trovano soluzioni architettoniche talmente belle e variegate”.
Qual’è lo scatto di cui sei più soddisfatto? “Sono molti, uno in particolare, a Bracciano, nella frazione di Vicarello, entrai a visitare un albergo abbandonato e rimasi colpito da una parete scrostata con tutto l’intonaco bruciacchiato. Ho scattato una foto spettacolare, astratta. Non si capisce bene cos’è: un semplice muro con l’intonaco screpolato che ho chiamato “Caducitas”. Una foto che amo molto. Ho fatto ritratti interessanti durante il mio viaggio nello Yemen, quando ho avuto la fortuna di partecipare all’ultimo tour nel 2007, prima che il paese divenisse zona off limit per via di una strage di turisti uccisi con un autobomba. Per me Sana’a, è una città paragonabile a Venezia per bellezza, due luoghi diversi ma talmente unici da commuovere”.
Come hai scelto la foto vincitrice nella categoria Luoghi e Paesaggi 2019? “Ho sempre snobbato l’Egitto: ho visitato vari paesi islamici come la Giordania, l’Iraq, l’Iran, l’Uzbekistan ma quando sono andato in Egitto sono rimasto sbalordito dall’immensità dei suoi monumenti. Arrivato al Cairo sono giunto sulla collina, l’unica, in una città completamente piatta, dove trovi alcune moschee e un belvedere. Lì ti rendi conto dell’agglomerato urbano: 20 milioni di abitanti. Nel caos totale ho intravisto le tre piramidi della lontana Giza, dove non ero ancora stato. 7 scatti: in mezzo alla confusione urbanistica, la purezza di tre triangoli di 4 mila anni fa tra il degrado e lo smog che rendeva il cielo ovattato e gli uccelli che volavano liberi. Una foto quasi monocromatica ma altamente suggestiva”.
Il posto nel mondo dove non torneresti? “Malta, dove ho anche vissuto, oggi è diventata invivibile, c’è la più alta concentrazione di popolazione al mondo, 450 mila abitanti in un’isola piccola come l’isola d’Elba. Per questo motivo ne hanno snaturato il paesaggio … Un vero peccato. Per vedere la Malta autentica in stile arabo-normanno è necessario andare nei borghi rurali al centro del Paese, lontano dal mare, dove non c’è ancora sviluppo turistico.
Progetti futuri? “Sono tanti e spero che questa emergenza che stiamo vivendo, diventi presto un lontano ricordo per poter tornare a viaggiare verso nuove mete”.
https://www.brunifranco.it/fotografia/