Quando il lavoro diventa pericoloso per la salute: il clima aziendale

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a cura della Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Dott.ssa
Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapauta

In questa terza parte di articoli dedicati al lavoro, voglio parlare del clima lavorativo, ossia non solo di ciò che pensa la persona del proprio lavoro ma anche di cosa la persona pensa dell’organizzazione delle risorse del suo lavoro.

Si immagina che una persona che viene inserita in un gruppo di lavoro, con un suo ruolo e una serie di compiti, debba solo fare il suo lavoro al fine di percepire lo stipendio. Ciò è inverosimile anche quando una persona viene inserita in una catena di montaggio.

Questo perché l’organizzazione lavorativa è fatta da persone con una loro storia personale e lavorativa, un proprio carattere, persone che insieme hanno fatto al personalità, la storia e l’emotività del gruppo lavorativo; inoltre questo gruppo lavorativo è inserito in un’azienda che ha le sue caratteristiche, la sua storia, le sue eventuali problematiche.

Per questo motivo, l’organizzazione lavorativa è considerata un “sistema” dinamico con la sua storia, la sua vita, le sue emozioni, i suoi punti critici e le sue risorse.

Pensiamo, per esempio, alla differenza tra l’essere inseriti in una struttura lavorativa nuova, con poca storia, con poche definizioni, con un obiettivo da sviluppare e l’essere inseriti in una organizzazione già conosciuta, famosa, con le sue regole, i suoi ritmi ed abitudini.

Nella prima, per esempio, la persona solitamente ha uno spazio maggiore di dare il proprio contributo evolutivo, nella seconda probabilmente un po’ meno.

Scientificamente il clima aziendale è definito come la sommatoria delle percezioni personali condivise e coordinate riguardanti la loro realtà organizzativa, la percezione del loro lavoro all’interno della loro realtà lavorativa.

Quindi è il risultato delle percezioni individuali, delle relazioni interpersonali, del contesto lavorativo e della cultura lavorativa. Ovviamente un buon clima organizzativo permette di ottenere ottimi risultati aziendali.

In un ambiente lavorativo caratterizzato da un buon clima organizzativo, il lavoratore si sente coinvolto nella vita aziendale sia nella programmazione degli obiettivi sia nella fluidità di informazioni, si sente parte di un gruppo attivo da cui si sente supportato e che a sua volta supporta al bisogno gli altri elementi, ha un buon grado di autonomia sia nelle scelte lavorative sia nello svolgimento del compito lavorativo; sente una sufficiente, ma non troppa, pressione lavorativa; i ruoli sono chiari e la sicurezza del luogo lavorativo è alta.

Il clima organizzativo è caratterizzato anche da una cultura organizzativa, che ha un suo linguaggio, delle sue regole, dei suoi rituali (in una struttura in cui ho lavorato si andava a prendere il caffè in gruppo, area amministrativa/dirigenziale ed area medici, intorno alle 10.30 di mattina e in quell’ambito le differenze di ruolo svanivano).

Un’organizzazione lavorativa, è un sistema, un organismo in evoluzione e dinamico. Può essere sano quando si registra un buon clima aziendale e il lavoratore, pur sentendo talvolta il peso del proprio ruolo, va volentieri a lavorare; può essere malato quando il clima aziendale produce mobbing o non prende in considerazioni delle soluzioni adeguate per risolvere i casi di burnout.

Anche nel caso della “malattia dell’azienda”, questa può essere cronica quando il lavoratore entra in un’azienda già malata oppure l’azienda si può ammalare ogni tanto, andare in crisi e trovare poi la soluzione più adeguata…