L’ARTE DEL CINEMA IN MOSTRA

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A Roma, dal 26 ottobre al 5 novembre, il cinema internazionale si ritrova al Parco della Musica. 1300 mq di red carpet. Oltre ai titoli della selezione ufficiale, sarà proposta una retrospettiva dedicata alla Scuola italiana. Restaurati 4 film che hanno fatto la storia della nostra cinematografia.

di Barbara Civinini

L’elegante ed esile figura di Audrey Hepburn, immortalata da Seymour, durante le riprese di Cenerentola a Parigi (1957), nella locandina del Festival, ci fa pregustare tutto il fascino di quella che fu definita, dal critico Ricciotto Canudo nel 1921, la settima arte, la più contemporanea, e che oggi, grazie alla scatola magica presente in ogni casa, è alla portata di tutti. Anche quest’anno, la Festa del Cinema di Roma, sarà ospitata nell’Auditorium Parco della Musica. La struttura, realizzata da Renzo Piano, è diventata il punto di riferimento per tutti gli appassionati di cinema e non solo, ospitando proiezioni, incontri, mostre, eventi e convegni. I 1300 mq del viale che conducono alla Cavea si trasformano in uno dei più grandi red carpet al mondo.  Il suo successo, probabilmente, è dovuto al fatto che, a differenza delle altre ‘passerelle’, è aperta anche ai non addetti ai lavori. La selezione ufficiale propone più di 30 pellicole, di cui una soltanto è italiana, firmata dai fratelli Taviani, Una questione privata, tratta dal romanzo di Beppe Fenoglio. Uno spazio particolare sarà dedicato ad alcuni titoli che arrivano alla kermesse romana dopo un sorprendente esordio internazionale, come Promised Land di Eugene Jarecki, che cattura un ritratto sfumato del sogno americano in un momento critico della storia della Nazione, dal profondo Sud a New York, a Las Vegas e The party di Sally Potter, dove amore, amicizia, convinzioni politiche e un intero stile di vita vengono messi in discussione. Particolarmente attesa la storia di un regista senza tempo, raccontata da Susan Lacy in Spielberg, dove lui stesso, davanti alla macchina da presa, racconta la sua straordinaria filmografia, confidando le sue convinzioni più profonde. Durante la manifestane una retrospettiva, curata da Mario Sesti e realizzata in collaborazione con Centro Sperimentale di Cinematografia e l’Istituto Luce Cinecittà, sarà dedicata alla Scuola italiana. Il percorso, proposto al pubblico, affronta i grandi temi toccati dai nostri registi come l’invenzione fantastica del passato e della cultura (Arrivano i titani e L’armata Brancaleone) e la natura sacra di uomini e cose vista da occhi laici (Il vangelo secondo Matteo e Francesco Giullare di Dio). La 12a edizione del Festival, inoltre, propone quattro film che hanno fatto la storia del nostro cinema, in versione restaurata: Sacco e Vanzetti, dove Giuliano Montaldo opera uno straordinario connubio tra ricostruzione storica e narrazione; Dillinger è morto, in cui Marco Ferreri esprime le nevrosi dell’uomo borghese e tecnologico; Miseria e nobiltà di Mario Mattoli con l’inarrivabile comicità verbale e fisica di Totò; Borotalco, un irresistibile mix di umorismo e malinconia firmato da Carlo Verdone. Molti gli ospiti ufficiali, dal regista David Lynch che riceverà il Premio alla Carriera, al pluripremiato Ian McKellen, conosciuto dal grande pubblico soprattutto per aver interpretato Gandalf il Grigio ne Il Signore degli Anelli.