Arriva al cinema “Il Traditore”, la vera storia di Buscetta, il boss dei due mondi. Un film di denuncia sociale firmato da Marco Bellocchio e prodotto da Rai Cinema con Ibc Movie e Kavacv. 13 minuti di applausi a Cannes ma niente Palma d’Oro.di Barbara Civinini
Correva l’anno 1992 quando il magistrato antimafia Giovanni Falcone venne trucidato con la moglie e la scorta sull’autostrada nei pressi di Capaci. Il giudice era andato troppo vicino alla verità e il conto del maxiprocesso andava saldato bene e subito. Grazie alle rivelazioni di Tommaso Buscetta, che aveva voluto ripagare i Corleonesi per la strage dei suoi familiari, era riuscito a ricostruire la struttura di Cosa Nostra arrivando ai capi, svelando le collusioni con la politica e l’esistenza, con Pizza Connection, del traffico di droga con la mafia italo-americana. Il boss parlò per 45 giorni. Il cronista del New York Post, che lo vide in tribunale, scrisse: Ha l’aria di un gentleman. Nel 1986 Enzo Biagi faceva scalpore con il “Boss è solo” raccontando la vera storia del padrino, partendo proprio dalla una sua memorabile intervista. In questi giorni il mafioso dei due mondi è sbarcato a Cannes con Il traditore, l’unico film, firmato da Marco Bellocchio, che ha rappresentato il nostro paese al Festival, ma non ha portato a casa l’ambito premio. Un titolo a doppio taglio, sì perché come spiega il regista, don Masino considerava traditori dei veri principi della mafia Totò Riina e i Corleonesi. Certo il regista non ha nessuna intenzione di sposare una concezione romantica di “cosa nostra”, su cui, del resto, ha già fatto riflettere con un sorriso amaro Pif ne La mafia uccide solo d’estate, che conclude proprio mettendo in bocca all’azzeccagarbugli di turno la frase esemplare: lo Stato siamo noi. È un film civile, o di denuncia sociale come si diceva una volta – spiega Bellocchio – che evita però ogni retorica e ideologia. Il centro del racconto, dunque, sono Buscetta, interpretato magistralmente da Favino, e il suo “tradimento”. Ma come precisa il regista, che ha lavorato anche alla sceneggiatura del film, nella storia tradire non è sempre un’infamia. Può essere una scelta eroica. Insomma, ancora un racconto sul passato oscuro e tormentato della nostra bella Italia, come aveva già affrontato con il rapimento Moro in Buongiorno notte, scandito dalla splendida musica del maestro Nicola Piovani. Il maxiprocesso portò alla sbarra più di 400 boss con condanne per più di 2.500 anni. La storia comincia con l’arresto in Brasile di don Masino e la sua estradizione per arrivare al maxiprocesso. Ed è proprio nel momento in cui la giustizia sembra aver segnato un punto, che la criminalità organizzata ricorda a Buscetta e all’Italia che la sua sconfitta è ben lontana. Scoppia la bomba a Capaci e Buscetta alzerà il tiro facendo il nome di Andreotti: un tragico boomerang che lo costringerà a fuggire dall’Italia per sempre. Il film è arrivato in sala il 23 maggio, giorno dell’anniversario della strage. Una ricorrenza – ha detto Del Brocco, l’AD di Rai Cinema, che ha prodotto il film con Ibc Movie e Kavacv– che ci permette di contribuire simbolicamente a mantenere accesa la memoria e di combattere la battaglia per la legalità con la potenza del cinema.