Ieri Massimiliano Valeriani, Consigliere della Regione Lazio, è stato ospite dell’Istituto di via Federici.
Tema centrale e occasione del dibattito la recente approvazione da parte del Consiglio Regionale del Lazio (con 24 voti a favore e dopo la presentazione di oltre 200 emendamenti e subemendamenti) della Proposta di Legge 202/2016, di cui il Consigliere Regionale Massimiliano Valeriani è promotore e primo firmatario. “Disciplina degli interventi regionali in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo”: questo l’intento dei legislatori che hanno deciso di sostenere iniziative, attività e progetti di Educazione alla Legalità nelle scuole, prevedendo uno stanziamento di circa 750mila euro nel prossimo triennio.
Ad introdurre i lavori è stata la Preside dell’Istituto Superiore “Giuseppe di Vittorio”, Prof.ssa Vincenza La Rosa: “Le più recenti ricerche dimostrano la crescente entità del fenomeno del bullismo in generale, e del bullismo digitale in particolare. E’ importante una programmazione sinergica che veda la partecipazione attiva degli studenti, della scuola, della famiglia e delle Istituzioni del territorio. Spesso il problema viene sottovalutato, a causa di una inadeguata percezione del rischio. Questa giornata è, per noi, un’importantissima occasione di conoscenza e di arricchimento”.
Iter travagliato, quello della Proposta di Legge Regionale 202/2016, a causa di un animato dibattito in Commissione e in Consiglio, mentre anche a livello nazionale la Camera dei Deputati ha recentemente approvato il D.D.L. del 20 settembre 2016, C. 3139 (“Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”), che ora deve passare, però, di nuovo al vaglio del Senato. A spingere verso un tale attivismo legislativo, sono, appunto, i dati emergenti dalle più recenti ricerche svolte in ambito scolastico. Per “bullismo”, hanno ricordato i relatori, si intende un comportamento offensivo e vessatorio nei confronti di un coetaneo, caratterizzato da intenzionalità, persistenza nel tempo e asimmetria nella relazione. Negli Istituti Superiori il 33% degli studenti del campione esaminato ne è vittima, mentre il 45% ne è spettatore. Recenti studi dell’Osservatorio Regionale sul bullismo hanno rilevato, inoltre, che nel Lazio il fenomeno ha raggiunto una diffusione pari al 41,5% degli alunni delle Scuole Elementari e Medie. Il dato più alto tra le cinque province è proprio quello della Capitale con il 45,7%: quasi uno studente su due. “Il fenomeno – recita la Legge 202 della Regione Lazio – andrebbe affrontato in un’ottica sistemica a livello cognitivo, emotivo, affettivo e socio-relazionale. Si deve intervenire attraverso una programmazione complessa e strutturata a lungo termine, che preveda necessariamente la partecipazione attiva della famiglia, della comunità scolastica e delle Istituzioni del territorio, in una prospettiva di corresponsabilità, coprogettazione, condivisione dello sfondo valoriale al quale riferirsi per la realizzazione delle iniziative, nella conoscenza e nel rispetto delle caratteristiche socio-culturali di ciascun ambito territoriale nel quale si interviene”. Ma a preoccupare ancora di più sono, appunto, i dati relativi al “bullismo digitale”, in considerazione del fatto che quella attuale è la prima generazione di adolescenti cresciuta in una società in cui l’essere connessi rappresenta un dato di fatto, un’esperienza del tutto connaturata alla quotidianità. “Inutile sottolineare – ha affermato il Consigliere Emiliano Valeriani – quanto l’uso distorto delle straordinarie potenzialità della Rete possa provocare, nelle vittime di atti persecutori o vessatori, conseguenze devastanti sotto il profilo psichico e fisico”.
Basti pensare alla recente Ricerca condotta sul “cyberbullismo” dal Censis e dalla Polizia Postale. Per il 77% dei Presidi delle Scuole italiane Medie e Superiori Internet è l’ambiente in cui avvengono più frequentemente fenomeni di bullismo. E nel 51% dei casi accaduti, i Dirigenti Scolastici si sono dovuti rivolgere alle Forze dell’Ordine. L’aggravante, in questo caso, è da ricondurre alla mancata percezione del rischio da parte dei genitori. Per un Preside su due, infatti, la difficoltà maggiore è proprio quella di renderli consapevoli della gravità del fenomeno, che viene facilmente derubricato a semplice “scherzo fra ragazzi”. Essendo gli adulti perlopiù esclusi dalla vita on-line degli adolescenti, gli episodi di cyberbullismo risultano, inoltre, molto più difficilmente individuabili rispetto a quelli di bullismo tradizionale.
“Siamo la prima regione italiana che si è dotata di una Legge per il contrasto al fenomeno del bullismo. – ha affermato il Consigliere Regionale Massimiliano Valeriani – Si tratta di una priorità sociale e la Legge che abbiamo approvato qualche mese fa può rappresentare un punto di svolta per i ragazzi e le famiglie. Le statistiche che ci parlano della crescente diffusione del bullismo non sono materie aride, ma fotografano una realtà che, purtroppo, sta entrando nelle case di tutti. Il comportamento del bullo è indice di un modo distorto di interpretare le diversità e le fragilità degli individui. Come decisori pubblici, ci sentiamo in dovere di aiutare la scuola e lo facciamo anche stanziando risorse importanti: andranno a finanziare progetti e iniziative di contrasto a questo fenomeno, che mina la crescita e l’equilibrio della comunità”. “Le strutture sanitarie sono a disposizione dei giovani, pronte ad accoglierli per far fronte ad ogni esigenza – ha aggiunto la Dott.ssa Annamaria Pasquali, Dirigente UOC Tutela Salute Donna e Medicina preventiva dell’Età evolutiva Distretto F/4 – Non sottovalutate il rischio connesso ad un uso distorto della Rete”. “Il diritto all’oblio spesso è solo teorico, in Internet. – ha osservato il Dottor Claudio Cappabianca, Ricercatore Enea – E’ molto difficile trovare il responsabile di atti di cyberbullismo. Non tutti i Paesi del mondo aderiscono agli stessi codici deontologici in materia di oscuramento o rimozione dei contenuti di siti digitali”. “Di professione faccio lo psichiatra – ha aggiunto il Dott. Vincenzo Rinaldi, Direttore Distretto F/3 – e so quanto è difficile per la vittima di un atto di bullismo comunicare e raccontare esperienze di prevaricazione e di violenza. A ciò si aggiunge un altro problema: il mondo delle Istituzioni e degli adulti, purtroppo, usa un linguaggio diverso da quello dei giovani. E’ necessario superare questa barriera”.
“L’ “Agone Nuovo” lavora da 25 anni in questo comprensorio – ha concluso il Dott. Giovanni Furgiuele, Presidente dell’Associazione Culturale “L’Agone Nuovo” – A spingerci, ogni giorno, è la convinzione che solo attivando tutte le possibili sinergie fra i diversi soggetti della realtà locale (esperti di settore, professionisti della politica, strutture educative e formative) e riunendo i saperi, le competenze e le conoscenze presenti sul territorio, potremo trovare le soluzioni migliori ai problemi delle comunità. La nostra Associazione è e rimarrà aperta e disponibile ad ogni forma di collaborazione, soprattutto con scuole come l’Istituto Alberghiero di Ladispoli, sempre attento e sensibile ai temi più importanti della contemporaneità”.