Un film per riflettere sul tema delicato dell’emarginazione, della violenza psicologica e della disabilità fisica.
E’ quanto propone il Prof. Donato Simone, Docente Referente per le attività di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli, che ha invitato gli studenti alla visione del lungometraggio “La forma della voce” (il trailer al link http://www.nexodigital.it/la-forma-della-voce-a-silent-voice/): “Si tratta di un’opera coraggiosa e poetica della regista giapponese Naoko Yamada, che racconta con enorme delicatezza le difficoltà di Shoko Nishimiya, una ragazzina non udente, vittima del bullismo del compagno di scuola Shoya, anche lui in seguito preda dei coetanei. Con questo film vogliamo dare il via alle iniziative che si svolgeranno nel corso dell’intero anno scolastico al fine di prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo”.
Gli ultimi dati sono allarmanti: in Italia, da settembre 2015 a giugno 2016 Telefono Azzurro ha gestito in media 1 caso al giorno di bullismo e cyberbullismo. Il fenomeno riguarda soprattutto il Nord del Paese, da cui sono state ricevute circa il 45% delle chiamate e da dove vengono segnalati il 57% dei casi nazionali di cyberbullismo.
Alto il numero delle adolescenti e ragazze vittime di bullismo: il 45%, percentuale che sale al 70% per il cyberbullismo.
I bulli – si legge in una nota di Telefono Azzurro – sono generalmente maschi (60% dei casi).
L’età si sta abbassando: un trend in crescita è quello che vede come vittime bambini sempre più piccoli, anche di 5 anni (22% dei casi). Le richieste di aiuto per episodi di cyberbullismo – continua la nota di presentazione del Report di Telefono Azzurro –hanno inizio durante le scuole secondarie di primo grado e proseguono nell’ adolescenza (1 richiesta su 2 coinvolge preadolescenti).
Secondo la Ricerca condotta dal Censis e dalla Polizia Postale nel mese di marzo del 2016, per il 77% dei Presidi delle Scuole italiane Medie e Superiori Internet è l’ambiente in cui avvengono più frequentemente fenomeni di bullismo. E nel 51% dei casi accaduti, i Dirigenti Scolastici si sono dovuti rivolgere alle Forze dell’Ordine.
L’aggravante, in questo caso, è da ricondurre alla mancata percezione del rischio da parte dei genitori. Per un Preside su due, infatti, la difficoltà maggiore è proprio quella di renderli consapevoli della gravità del fenomeno, che viene facilmente derubricato a semplice “scherzo fra ragazzi”. Essendo gli adulti perlopiù esclusi dalla vita on-line degli adolescenti, gli episodi di cyberbullismo risultano, inoltre, molto più difficilmente individuabili rispetto a quello di bullismo tradizionale. La circostanza più grave, a detta degli analisti del fenomeno, è che si sta ampliando il ventaglio dei motivi che spingono bulli e cyberbulli a mettere in pratica le loro azioni violente e vessatorie. Tutte le diversità sono ormai oggetto di scherno e di violenza (non solo psicologica): la provenienza geografica, il modo di parlare, le inflessioni dialettali, i disturbi dell’apprendimento, le disabilità. Anche su quest’ultimo fronte i dati fotografano una realtà preoccupante (e non solo in Italia). Un dossier realizzato nel mese di ottobre da SupeAbile Inail (il contact center Inail per il mondo della disabilità) ha evidenziato come i più colpiti siano proprio i ragazzi con problemi intellettivi o relazionali. Da uno studio americano è emerso, inoltre, che il 46% dei ragazzi con autismo subisce atti di bullismo e che circa il 94% dei ragazzi con sindrome di Asperger vengono derisi a causa del loro comportamento. Secondo quanto riferito dalle madri, il 70% è vittima di violenza fisica.
La legge prevede ormai per ogni scuola l’individuazione di un referente per le iniziative e le attività contro il bullismo. “Intendiamo mettere in campo tutte le nostre risorse ed energie per prevenire il diffondersi di questo fenomeno. – ha dichiarato il Prof. Donato Simone – La visione di questo lungometraggio servirà ad aprire il dibattito nelle classi. Ma è solo l’inizio. Prevediamo percorsi di educazione alla legalità e all’uso consapevole di Internet, con il supporto della Polizia Postale e di associazioni del settore. Il primo passo è però quello di una vera e propria ‘alfabetizzazione ai sentimenti e alle emozioni’ che insegni a riconoscere il valore profondo e insostituibile di ogni diversità”.