Il Comune pretende gli anni passati dell’imposta applicata a cantine e garage. Lo sfogo di un cittadino.
E’ arrivata all’improvviso per posta, e non è un regalo di fine anno per i cittadini di Ladispoli. Tutt’altro. Niente cartoline o messaggi di auguri di amici o parenti lontani, è la Tari del passato applicata a cantine e garage. Sembrava un’imposta ormai archiviata e non più dovuta. E invece il comune di Ladispoli ora la pretende dai suoi contribuenti imponendo ai destinatari di mettersi in regola dal 2014 al 2019. Centinaia e centinaia i bollettini spediti ad altrettante famiglie con l’aggravante di un 200% in più di mora nel caso l’imposta venga saldata dopo i 60 giorni. «Che dire? – critica un malcapitato– Per non rischiare ho regolarizzato subito le 600 euro altrimenti sarebbero state più di mille. Un tasso di interesse però direi altissimo anche perché molte persone sono in crisi vista la situazione che si sta vivendo. Perché in questi anni il Comune non ci ha messo al corrente della situazione?». La giunta comunale replica. «Capiamo il disagio – risponde Claudio Aronica, assessore al Bilancio di Ladispoli – solo che la Tari deve essere pagata anche per le pertinenze come i garage e spettava all’utente recarsi ad uno dei nostri sportelli per dichiarare i vari metri quadri dei locali e procedere con il conseguente pagamento. Siamo a disposizione per eventuali chiarimenti naturalmente ma in questo caso siamo anche certi di aver inviato correttamente i bollettini».